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Battaglione Azov, la foto choc: "Mandiamo armi a questa latrina", il corpo del miliziano

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I soldati ucraini del Battaglione Azov continuano a dividere gli animi degli italiani. Chi sostiene la causa di Kiev contro gli invasori russi li considera dei "partigiani", niente di più e niente di meno. Come gli italiani che contribuirono, insieme alle truppe alleate, a sconfiggere i nazifascisti nel sanguinoso biennio 1943-1945. Sinistra radicale e filo-putiniani, viceversa, ne sottolineano il retaggio politico e le simpatie dichiaratamente neonaziste. Un complesso mosaico che nel codice binario della guerra ha mandato letteralmente in tilt Twitter e soprattutto la sinistra.

 

 



In questo scenario, occorre tenere presente la propaganda russa, assai presente anche sui social di casa nostra, che inquinano spesso il dibattito già farraginoso e difficile di suo. Su Twitter, così, mentre le mogli dei soldati del Battaglione sono arrivate in Italia per partecipare a importanti talk televisivi (da Porta a porta su Rai1 a L'aria che tira su La7) per convincere l'opinione pubblica italiana ad appoggiare la causa ucraina senza se e senza ma, si moltiplicano post polemici per ricordare le malefatte dei loro uomini.

 

 

 

 

"Ecco gli idoli di questo criminale Azov appena catturato dai Russi a Mariupol - si legge in un post, con tanto di foto del (presunto) miliziano del Battaglione, impegnato nella strenua resistenza nei bunker sotterranei dell'acciaieria Azovstal -.  1) Sul fianco destro tatuaggio della scritta "Mauthausen". 2) Sul braccio sinistro un SS nazista. 3) Sul petto il teschio usato dalle stesse SS. E il nostro governo sta armando queste latrine...".

 

 

 

Più o meno lo stesso tenore di un post di Diego Fusaro, filosofo ex guru del turbosovranismo italico oggi schieratissimo contro l'intervento militare italiano a fianco di Volodymyr Zelensky. Nel giorno della Liberazione, aveva condiviso la foto di un energumeno: "Egli è un uomo del battaglione neonazista Azov, quello che voi sciaguratamente abbinate all’idea di Resistenza, infangando il nome e le gesta di chi la Resistenza fece davvero. State vergognosamente appellando Resistenza il supporto ai nazisti". E ancora: "La Liberazione si celebra non mandando armi ai nazisti del battaglione Azov, ma combattendoli e denazificando i territori da loro occupati".

 

 

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