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Sardegna, "spiagge chiuse e navi da guerra": un'inquietante manovra militare, cosa sta succedendo

GIanluca Mazzini
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Riparte il turismo. I primi segnali a Pasqua, le conferme in questi ultimi giorni. Facile prevede un'estate di vacanze come ai tempi pre-covid. Una boccata d'ossigeno per tutta l'economia nazionale. Se le cose andranno come in questi giorni a Roma c'è da essere ottimisti. Nell'ultima settimana la Capitale è stata invasa da turisti anche stranieri. Alcune coincidenze hanno aiutato. Gli Internazionali di tennis (230 mila presenze) e la canonizzazione di Charles de Foucauld (e altri 8 beati) con l'arrivo di migliaia di pellegrini hanno riportato il tutto esaurito. Secondo Federalberghi la tendenza dovrebbe continuare su scala nazionale. Fa eccezione la Sardegna dove i turisti dovranno attendere fino a giugno per sbarcare sull'isola.

 

 

 

 

Un'ordinanza dell'ultima ora del ministero della Difesa ha vietato, dal 13 al 27 maggio, ben 17 aree a mare. Incluse molte celebri spiagge. Bisogna lasciare spazio ad uno schieramento militare mai visto: 65 navi da guerra, sommergibili, elicotteri, aerei e 4000 uomini provenienti da sette nazioni della Nato. È in corso una gigantesca manovre militare legata allo scenario ucraino. L'occupazione bellica parte dalle acque di Sant' Antioco per estendersi nella zona antistante gli stabilimenti balneari (già in funzione) di Porto Pino. Altra zona interdetta quella che va verso le spiagge di Forte Village, Chia e Sarroch. Viene risparmiato il porto di Cagliari ma non le zone limitrofe compresa la celebre spiaggia del Poetto. Anche i lidi di Villasimius e Muravera, dove sono in corso i preparativi per la stagione estiva, sono off limits. E ancora le località di Cala Pira, Capo Ferrato e Capo San Lorenzo fino alle spiagge di Murtas. Mezza Sardegna è dunque sotto servitù militare. In queste zone è vietato "transito, sosta, navigazione, ancoraggio di ogni tipologia navale, immersioni, balneazione e pesca". I cittadini che si sentono un potenziale obbiettivo in caso di conflitto.

 

 

 

Anche perché in Sardegna sono presenti stabilmente tre grandi poligoni militari: Capo Teulada (7200 ettari), Perdasdefogu (12700), e Capo Frasca (1200) Secondo i cablogrammi della Difesa "le esercitazioni si svolgeranno sviluppando attività che interesseranno anche il territorio circostante ai territori marittimi grazie alla capacità di proiezione a terra espresse dalla componente anfibia a bordo". Il pensiero corre alle coste del Mare di Azov recentemente conquistate dalle forze della Federazione Russa. Da segnalare la presenza al largo della Sardegna della portaerei Cavour, appena collaudata per utilizzare i nuovi F35, pronti ad essere sperimentati in coordinamento con i caccia Eurofighter. Gli ambientalisti denunciano «il mancato rispetto per la sacralità delle spiagge più belle del mondo» e soprattutto un «esibizionismo militare di altri tempi» ma sono fuori strada. Non si tratta di parate militari, come in passato, ma vere e proprie prove di guerra. Una guerra che coinvolge sempre più l'Italia come stanno vedendo i sardi in presa diretta.

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