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Reddito di cittadinanza da vergogna: cosa fa chi ottiene un lavoro

Attilio Barbieri
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Più che un sussidio un vitalizio. La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza non solo tende a crescere col passare del tempo, ma si consolida pure. Ma se l'ampliamento della platea era largamente previsto dagli esperti, era difficile immaginare, invece, che fra i destinatari di lunga data dell'assegno, ben nove su dieci continuino a rifiutare le proposte di lavoro che ricevono. Ma andiamo con ordine. Dall'aggiornamento di maggio sull'andamento della misura ad aprile, è emerso che ad incassare il reddito o la pensione di cittadinanza sono un milione e 191mila nuclei familiari, mentre le persone coinvolte sono ora 2 milioni e 649mila. Con un importo medio di 560,90 euro. E a fare la parte del leone sono in particolare due regioni. Sicilia e Campania, rispettivamente con 560.381 beneficiari la prima e 683.543 la seconda. Nell'insieme il Mezzogiorno assorbe ben più della metà dei sussidi, con 783mila nuclei beneficiari, contro i 231mila del nord e i 175mila del centro. Soltanto nel mese di aprile lo Stato ha speso 668 milioni per finanziare il sussidio. E in cima alla classifica provinciale, ancora una volta, c'è Napoli che conta ben 440mila percettori della misura, contro i 66mila della provincia di Bari, i 178mila di Palermo - si parla sempre di province - i 162mila di Roma e i 63mila di Torino e Milano. Un primato, quello del capoluogo campano, che resta ineguagliato fin dagli esordi del reddito grillino, nel 2019.

 

 

 

OFFERTE RIFIUTATE

Di nuovo, semmai, c'è la percentuale dei destinatari napoletani delle offerte di lavoro che le rifiutano sistematicamente. I Centri pubblici per l'impiego della provincia hanno collezionato il record di «no, grazie», alle offerte sottoposte al beneficiari: nel 90% dei casi i posti offerti agli assistiti sono rimasti vacanti. D'altronde il diniego non comporta nulla. Si rischia la revoca del sussidio soltanto dopo il terzo «no».
Ai primi due non accade nulla.

 

 

 

CONTRATTI A TERMINE

Certo, come riferisce la Repubblica, su 1.170 offerte di lavoro con scadenza a giugno, pubblicate sul portale Cliclavorocampania, ben 1.044 riguardano contratti a termine, tra apprendistato, contratti di collaborazione e lavori stagionali dai 3 ai 6 mesi. Numeri che, fra l'altro, spiegano l'allarme lanciato in settimana dagli esercenti napoletani che lamentano l'assenza di candidati per 5mila posizioni. Un piccolo esercito destinato comunque a crescere. Dopo le polemiche innescate da Renzi con l'annuncio di un referendum per abolire reddito e pensione di cittadinanza, è tornata sul tema ieri pure Giorgia Meloni che non ha mai smesso di puntare il dito sulla misura grillina, definendola da ultimo «diseducativa» perché «non risolve la condizione di povertà di chi percepisce il sussidio e lo lascia stabilmente dipendente dalla politica». Fra l'altro i ripetuti dinieghi alle offerte di lavoro stagionali metterebbero a rischio addirittura 75mila esercizi commerciali- soprattutto bar e ristoranti - in tutta Italia, come ha calcolato lo Studio Susini di Firenze, specializzato in diritto del lavoro. Mentre gli illeciti accertati, con la revoca dell'assegno, crescono a dismisura. Se nel 2019 ne erano stati individuati 10.778 per un importo di 969mila euro, nel 2020 gli illeciti sono stati 18.131 per 5,6 milioni di euro, mentre nel 2021 si parla di 156.822 illeciti per un totale ancora parziale di 41,3 milioni. E riesplodono pure le polemiche per lo scarso utilizzo da parte degli enti locali dei beneficiari nei Progetti utili alla collettività, i Puc. È dei giorni scorsila denuncia di Dario Nanni consigliere comunale della Lista Civica Calenda a Roma dove il comune, «a fronte dei 67.315 percettori complessivi ne impiega solo 117». Una situazione per altro molto diffusa fra le amministrazioni comunali. 

 

 

 

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