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Se stare a casa conviene produrremo disoccupati: come funziona il sistema paradossale

Lorenzo Mottola
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L'aspetto più curioso della vicenda è forse questo: come noto, lo Stato paga dei consulenti (ribattezzati "navigator", come un perdibilissimo film di fantascienza degli anni '80) per trovare lavoro ai percettori di reddito di cittadinanza. E questi consulenti sono assunti a tempo determinato per cercare impiego a chi non ne ha. Con risultati che finora sono stati deprimenti. La colpa, però, non è tutta loro: un'inchiesta ha certificato che nella provincia di Napoli - che notoriamente rappresenta l'epicentro dell'oscuro fenomeno- su dieci persone contattate da questi "navigator" al grido di «ciao, ti abbiamo trovato lavoro», nove hanno risposto «tienitelo».

 

E questo capita perché i disoccupati rifiutano impieghi che non siano a tempo indeterminato. Preferiscono rimanere a casa piuttosto che alzare il proprio reddito annuo e rischiare di perdere il sussidio. E lo dicono in faccia proprio a un precario. Chiariamo un fatto: il problema non è ovviamente l'indole dei percettori, ma l'immensa stortura introdotta da questo sistema. Chi rifiuta uno stipendio lo fa perché, paradossalmente, gli conviene economicamente. Nella migliore delle ipotesi, il nostro uomo pensa che non valga la pena per due mesi di incassi in estate rischiare di finire in un'altra fascia di reddito. Il che rappresenta un palese disincentivo al lavoro. Molto curioso per un provvedimento che, nelle intenzioni di Giuseppe Conte, doveva servire soprattutto ad avviare al lavoro milioni di italiani.

 

 

Il risultato, invece, è un altro: in Italia abbiamo centinaia di migliaia di posti liberi e milioni di disoccupati che non li occupano. Perfino a Napoli sul sito creato dal ministero per questa campagna si trovano più di mille regolari offerte di lavoro. Molte di queste per posti da cameriere, stipendio medio in Campania circa 1300 euro netti. A fronte di oltre 800mila percettori del reddito nella stessa regione. E l'importo medio dell'assegno è 583 euro. Riguardando queste cifre viene un altro sospetto, ovvero che tantissimi preferiscano incassare in nero, tenendosi il sussidio. Chi nega che ci sia questa possibilità o viene da Marte o fa il sindacalista.

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