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Supermercato, cibi e bevande avvelenati. Un'agghiacciante storia italiana

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"Vedete? Sto avvelenando i vostri prodotti, la gente li prenderà dagli scaffali e morirà. Io dirò a tutti che la colpa è vostra". Così David Sirca, presunto hacker, minacciava le grandi catene di supermercati inviando mail dove si mostrava mentre teneva in mano delle fialette che avrebbero dovuto contenere potenti veleni. L'uomo è stato arrestato per tentata estorsione dalla polizia postale. 

 

 

Il 47enne ha continuato per mesi, da agosto 2021 a maggio 2022 a minacciare le grandi catene di distribuzione alimentare di avvelenare acque minerali e cibi che sarebbero finiti nei supermercati alla portata dei clienti. Lo faceva con tanto di siringhe cariche di cianuro, solfato di tallio e topicida. Sirca pretendeva il pagamento di un riscatto dalla cifra che andava dai 20 mila ai 300 mila euro, richiesto in criptovalute, perché più difficilmente tracciabili. Una messa in scena creata ad hoc, si è venuto a scoprire poi che quelle siringhe non contenevano realmente liquidi nocivi. Grazie alla tempestività delle indagini e alle denunce delle vittime, l'hacker non sarebbe riuscito a portare a casa nemmeno un colpo.

 

 

Nel mirino dell'hacker erano finite le aziende più conosciute come Cogedi, addetta alla distribuzione di Uliveto, Rocchetta e BrioBlu. Ma anche la Vespa Vignaioli di proprietà del giornalista Bruno Vespa e il gruppo Maiorana Maggiorino. Queste ultime, non cedendo al ricatto, si sono rivolte alle autorità che hanno scovato il delinquente. La procura di Roma con i pm Giovanni Conzo e Silvia Santucci, hanno accusato il 47enne di estorsione. L'avvocato di Sirca, Astrid Vida, ha affermato che non ci sarebbero prove che collegherebbero il suo cliente alle e-mail e che i video in allegato sarebbero stati girati dall'uomo per partecipare a un contest online in cui avrebbe vinto un premio in criptovalute.

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