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Casoria, 15enne ucraino fugge dalla guerra? Cos'è costretto a fare per campare in Italia

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Si salva dalla guerra, non dal malaffare italiano. Un ragazzino ucraino di 15 anni, sfuggito agli orrori del suo Paese insieme alla madre e ospitato in Italia dalla zia, non è finito davanti a un banco di scuola ma a lavorare come operaio in nero in un cantiere di Casoria. I carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Napoli, insieme a quelli della stazione di Casoria, hanno svolto dei controlli straordinari nell'ambito della campagna 'bonus edilizia 110' per contrastare manodopera in nero e garantire sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

 



In un cantiere di Casoria, dove erano in corso lavori di abbattimento e ricostruzione di una palazzina di edilizia civile, i militari hanno scoperto e identificato 4 lavoratori, 3 dei quali senza contratto, cioè in nero. Tra i lavoratori, un 15enne ucraino, appunto, fuggito dalla guerra assieme alla madre e ospitato sul territorio italiano dalla zia materna, residente in Italia per motivi di lavoro. Anche lui in nero, era impiegato come operaio.

 

 

 

I carabinieri hanno poi scoperto che il minore non aveva assolto gli obblighi scolastici. Il datore di lavoro della ditta affidataria dei lavori è stato denunciato. L' attività imprenditoriale è stata immediatamente sospesa amministrativamente per l'impiego di personale in nero. Alla ditta sono state elevate sanzioni per un importo di 14mila e venti euro mentre sono state impartite prescrizioni penali per oltre 11mila euro

 

 

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