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Vaiolo delle scimmie, il più grande focolaio d'Italia è a luci rosse: cosa accade a Padova

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Allarme vaiolo delle scimmie a Padova, dove si registra il focolaio più grande d'Italia con ben quattro casi accertati e altrettanti sospetti. Come sarebbero avvenuti questi contagi ? Attraverso chat di incontri anonime. Lo ha comunicato Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 6 Euganea: "In Italia secondo quanto riferito dal Ministero della Salute, ci sono in totale una cinquantina di positività. Ad oggi, quello di Padova è il focolaio epidemico più rilevante a livello nazionale legato ad un'unica catena epidemiologica". 

 

 

 

Parlando del caso specifico, il medico ha spiegato: "Un individuo proveniente dalla Spagna ha avuto modo di contagiare altre quattro persone nella città di Padova, queste hanno poi avuto contatti intimi con altre quattro persone che, per una questione di anonimato nel rapporto, non siamo stati in grado di tracciare". Tutto insomma sarebbe nato da chat di incontri anonime. I giovani di Padova contagiati sono stati prima ricoverati e poi dimessi. Nessuno di loro, però, è mai stato in pericolo di vita.

 

 

 

Secondo gli esperti, le persone che risultano positive al vaiolo delle scimmie con sintomi devono svolgere la quarantena. Per quanto riguarda, invece, i contatti stretti e quindi sospetti, basta l'auto-sorveglianza per 21 giorni con misurazione della febbre due volte al giorno e controllo della pelle alla ricerca di eventuali pustole. I sintomi più diffusi dell'infezione sono febbre, spossatezza, dolore muscolare e ingrossamento dei linfonodi.

 

 

 

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