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Giorgia Meloni, Monfalcone si schiera: "Votiamo per FdI", la morte della sinistra

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Perché la sinistra ha poche possibilità di vincere le elezioni al di là delle alleanze e degli accordi tra partiti? La risposta nel bel reportage di Paolo Griseri da Monfalcone, polo industriale e portuale, sede del cantieri navale di Fincantieri dove la gerarchia sociale dei manovali è scandita dai mezzi di trasporto: bengalesi e romeni in bicicletta, pugliesi, abruzzesi, siciliani in motorino e friulani in auto. Qui - scrive La Stampa - la sinistra non ne ha azzeccata una, raccontano gli operai disillusi. Almeno dal 2015 quando la sindaca del Pd Silvia Adria fece approvare in una notte il ritiro della costituzione di parte civile del Comune contro Fincantieri per i morti di amianto. Una scelta che sa tanto di resa alla multinazionale delle navi da crociera. Il Pd pappa e ciccia con il padrone? Questo deve aver pensato una parte del popolo della sinistra che l'anno successivo ha consegnato le chiavi della città ad Anna Cisint, sindaca leghista eletta grazie a una promessa precisa: "Se vinco io, il Comune tornerà nel processo contro Fincantieri". Oggi Monfalcone potrebbe diventare il "cantiere" di Giorgia Meloni. O comunque della destra. L’egemonia, puntualizza Griseri, si vede dai dettagli: già alle recenti amministrative la Lega ha candidato un rappresentante della comunità bengalese.

 

 

I commenti degli operai non lasciano spazio all’immaginazione su chi voteranno il prossimo 25 settembre.  “Io voto Meloni perché ho già provato tutti. Ho anche provato i Cinque Stelle. Sono stati un fallimento. E adesso Di Maio farebbe il patto anche con il diavolo pur di non perdere la poltrona”. Michele non teme che il voto alla Meloni sia troppo a destra? “Perché è fascista? Mi dica che cosa fa di fascista. Non vuole gli immigrati irregolari. E in Francia? E Biden? Sono fascisti anche loro?”, chiede provocatoriamente a Griseri.

Per Rosario i bengalesi “sono persone a modo, per carità. Ma guadagnano pochi euro all'ora e vivono in dieci in un appartamento. Ci rovinano l'economia". Anche Angelo è deluso: “Ero un attivista Cinque Stelle. Andavo anche a Roma alle manifestazioni, andavo ai Vaffaday. Sono deluso perché ci avevo creduto e invece sono come tutti gli altri. Attaccati al potere. Hanno governato con tutti pur di non andare via” A settembre vorrebbe votare Giorgia Meloni: “Ci devo ancora pensare. Ma la tentazione è forte. Oppure me ne resto a casa”. Il reportage si chiude con il sindacalista della Fiom Gianni Andrian che dichiara amareggiato: “Non voterò mai dall'altra parte, come dicono tanti. Piuttosto torno a votare Conte. Che non è di sinistra ma dice cose più a sinistra di molti altri”.

 

 

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