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Napoli-choc, il gesto del padre con il figlio in motoscafo: "Vergognoso"

Paolo Brambilla
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Mette a repentaglio la vita di un bambino, suo figlio, la propria e potenzialmente quella di tante altre persone. Tutto per un video sui social, in questo caso su TikTok, da esporre vantandosi ai propri amici e contatti. La follia va ancora una volta in scena a Napoli, dove un papà ha costretto il figlio a guidare il motoscafo. Le immagini sono incredibili. C'è il papà che canticchia e il figlio minorenne, non avrà nemmeno 10 anni, che gira il timone mentre l'imbarcazione sfreccia a tutto gas tra le onde. "Sei tu il capitano, segui la rotta", incita il papà. È addirittura il figlio ad avere un moto di prudenza e dice al genitore: «Papà non vedo, non vedo niente». Tutt' altro che preoccupato, il padre incalza, con occhi e mani puntati sul cellulare che riprende: «Stai seduto, vai che ci vedi, vai che sei il più forte». Il video termina con un seflie in movimento, il signore che sorride con occhiali e costumino giallo, il pargolo appena dietro: «Sono il tuo marinaio mio capitano».

 

 


Un tragedia sfiorata. Purtroppo non è un caso isolato, è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi di minorenni alla guida di imbarcazioni finiti sui social dei genitori festanti. Una follia denunciata dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha diffuso il video e sottolineato: «Purtroppo nel corso di questa estate abbiamo ricevuto numerosi video postati sui social di bambini alla guida di potenti motoscafi. A questo campionario di irresponsabilità e assoluta incapacità genitoriale se ne aggiunge un altro, realizzato da un autore con chiaro accento partenopeo, che mi ha colpito particolarmente. Stavolta il giovanissimo pilota guida a tutto gas spingendo un motore di 40 cavalli ma si lamenta di non riuscire a vedere niente davanti perché arriva a stento a superare il timone. Nonostante questo il padre lo obbliga a rimanere seduto perché deve finire di realizzare il video con il cellulare. Siamo oramai al delirio totale», afferma.

 

 

E poi: «La necessità di immortalare questa vergognosa scena, senza alcuna colpa del minore, ha la priorità sull'importanza di evitare drammatici episodi in mare. Non importa se davanti c'è un'altra imbarcazione, un sub, un kayak. Quello che conta è finire il video. Di fronte a questi episodi l'unica cosa da fare è risalire ai protagonisti e segnalare agli assistenti sociali il caso per verificare se i minori coinvolti non vengano obbligati anche in altri contesti a tenere comportamenti pericolosi per la loro incolumità per il mero divertimento». Insomma, l'ennesimo video choc. A quanto pare il filmato è stato inviato alle forze dell'ordine, la denuncia è partita e l'uomo ne risponderà di fronte a un giudice. La follia comunque prosegue, il caso appunto non è isolato. Nemmeno i tanti incidenti che si succedono in mare fermano questo malsano modo di fare. L'ultimo proprio in motoscafo, nel porto napoletano: 28 feriti lievi per l'urto sulla banchina ad inizio agosto. Le sciagure, evidentemente, non frenano la voglia dei genitori di apparire sui social, di esporre i figli come piccoli campioni dell'avventura e del rischio. Poco importa se, a rischiare, sono innanzitutto loro.

 

 

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