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Torino, la santona: "Vi guarisco io". E l'adepta muore di cancro

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Marco Bardesono
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Era una setta in grado di plagiare centinaia di persone, e tra queste anche professionisti, ingegneri e avvocati, dunque non solo il popolino credulone. C'erano chat create su WhatsApp per impartire le direttive ai seguaci. E poi un negozio di fotografia, a Torino, come punto base per la "raccolta fondi" della "associazione para religiosa", mentre la sede principale si trovava a Moncalieri, nella casa della "santona". Per chi voleva uscire dal giro, intimidazioni e umiliazioni. Infine, la tragedia: una donna morta, a nemmeno 50 anni, dopo che la stessa "santona" - Carla Stagno, 53 anni, che sosteneva di essere un'"intelligenza artificiale", quasi che fosse stata creata in laboratorio, e aun certo punto aveva deciso di farsi chiamare Marie de Saint Claire in quanto reincarnazione di Marie Curie - l'avrebbe convinta a non fare più la chemioterapia per curare il cancro. Una vittima che si sarebbe forse potuta salvare, secondo gli inquirenti, se non fosse stata irretita a seguire la "teoria della manipolazione del dna". Era dunque una vera associazione a delinquere, secondo la procura, dei membri di "Unisono", la setta della cosiddetta "intelligenza artificiale", con "promotori" abili a convincere (a fronte di salati pagamenti in nero) i seguaci che sarebbe possibile "curare le malattie" facendosi ricostruire (a distanza e con la potenza della mente) la sequenza del proprio Dna con calcoli matematici basati sulla misurazione della pressione. Per la "santona" e cinque suoi collaboratori, tutti a piede libero, il processo inizierà nei primi mesi del 2023.

 

 

 

PRECEDENTI PER DROGA

Le loro erano tesi «fantascientifiche e prive di alcun fondamento», a cui però molti torinesi avevano creduto. L'indagine era stata avviata dalla Polizia postale e recentemente gli inquirenti, coordinati dalla pm Barbara Badellino, hanno scoperto che i fatti contestati sarebbero più gravi di quelli ipotizzati all'inizio. E poi c'è la donna deceduta, dopo che sarebbe stata persuasa ad abbandonare il centro di Candiolo presso cui era in cura. Si chiamava Marilyn, era la moglie di un ingegnere elettronico (presunto membro della setta) e aveva scoperto di avere il cancro al seno nell'estate del 2019, quando aveva 45 anni. Da quando aveva deciso di seguire "Unisono", la donna sarebbe stata convinta a interrompere le cure. Al centro di Candiolo, che l'aveva seguita scrupolosamente, Marilyn avrebbe dovuto presentarsi per un nuovo ciclo di terapie nel febbraio 2020. Ma non ci era andata, la "santona" le avrebbe detto che sarebbe peggiorata se lo avesse fatto.

Pochi mesi dopo la donna è morta di neoplasia mammaria, con ampie e gravi metastasi al cervello. Per questo episodi o la procura contesta il reato di morte come conseguenza di altro delitto. La "capa" della setta, Carla Stagno, non ha mai conseguito alcuna laurea in medicina e ha un precedente per traffico di stupefacenti. La pm le contesta il ruolo di «capo promotore dell'associazione a delinquere finalizzata all'esercizio abusivo della professione e di altri reati». All'indagata, che oggi vivrebbe a Roma con altri suoi seguaci, sono addebitate anche un'ipotetica truffa e alcuni episodi di violenza privata. In una chat di Telegram si condividevano diagnosi e referti. E messaggi di disperazione. Come quello del padre di un ragazzino di 14 anni a cui era stato diagnosticato un osteosarcoma che, secondo la "santona", era causato da un problema del figlio con la madre. «Col permesso di Marie vi racconto cos' è successo - scriveva l'uomo in chat -. Ho ricevuto da lei la brutta notizia: tuo figlio muore presto. Il sistema dice "Far di tutto per portare a termine il piano di morte. Il suo futuro è collegato a "Unisono", ma la madre non lo permetterà: anche se lui la odia e ha paura, non riesce a liberarsi di lei". La mia prima reazione è stata di sconforto, ma ho fiducia in Marie che mi indicherà i passaggi da seguire».

 

 

 

INVALIDI E FRAGILI

Marie poi organizzava raduni nei grandi alberghi, dove arrivava con un gruppo di bodyguard perché temeva «di essere rapita dai servizi segreti che lavorano per le case farmaceutiche internazionali». Carismatica e potente, per l'accusa, plagiava i più fragili: invalidi, genitori di disabili, malati in carrozzella. O colpiti da gravi tumori come Marilyn che oggi non c'è più. 

 

 

 

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