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Vittorio Feltri smaschera Repubblica: "Se la prendono col Duce. Ma..."

Vittorio Feltri
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A volte quando leggo malvolentieri i giornali mi arrabbio, ma sbaglio, sfogliare certe pagine, in particolare di Repubblica, ci sarebbe solo da ridere. Ieri, per esempio, il quotidiano maneggevole fondato da Eugenio Scalfari ha pubblicato alcuni articoli spassosi riguardanti la giornata contro i totalitarismi dicendo che il governo, sospettato di fascismo, invece di prendersela col regime del Duce, pone l'accento sulla inaccettabilità del comunismo, come se questo tipo di regime fosse più pericoloso di quello del famigerato Ventennio.

In realtà di Mussolini, a parte uno sparuto gruppo che annualmente si raduna a Predappio per celebrare il defunto dittatore, non importa più nulla a nessuno perché, essendo morto ammazzato oltre 70 anni orsono, non è più in grado di incidere sulla politica odierna. I trapassati poveracci ormai occupano i cimiteri e non il Parlamento, quindi non possono agire né bene né male. Mentre i comunisti, anche dopo la caduta del muro di Berlino e del regime sovietico, sono ancora vivi e vegeti e costituiscono tuttora un pericolo, come si evince da quello che sta accadendo in Russia, dove la democrazia è attualmente latitante. E se la Repubblica si arrabbia perché i neri trapassati li considera una minaccia, mentre non teme i rossi in attività, c'è da riflettere se non da indignarsi. Questi sono concetti elementari che capisce anche un deficiente, quando Repubblica non riesce a digerirli e penso sia per questo motivo che ha perso prestigio, non dico i lettori che ormai fuggono da qualsiasi foglio stampato.

La gente purtroppo sta perdendo fiducia in tutta la stampa proprio perché insegue i fantasmi del passato e trascura i problemi in essere che non capisce oppure, peggio ancora, non vede e quindi non è capace di prenderli in considerazione, forse non li percepisce neppure. Basta leggere le pagine che essa dedica al dramma della immigrazione selvaggia. Sono molto numerosi gli articoli in favore degli sbarchi incontrollati di cui è vittima il nostro Paese che, secondo la sinistra, dovrebbero essere concessi per motivi di solidarietà umana. In realtà le cose stanno diversamente. È vero che la legge del Mare prevede che vengano soccorsi "senza se e senza ma" i naufraghi, e ci mancherebbe altro. Ma la questione è un'altra.

Non c'è gente che arranca a nuoto tra le onde, bensì uomini e donne che si imbarcano pagando cifre pazzesche a delinquenti che promettono loro mari e monti. Le imbarcazioni attraccano abusivamente in Italia, la più vicina (se si esclude Malta) al continente nero e all'Asia, e pretendono di essere soccorse in base a norme assurde. Le navi che battono bandiere straniere, invece di portare i poveracci a casa loro, li rifilano a noi che ce li dobbiamo tenere, male, visto che poi abbandoniamo gli sfigati e lasciamo che si sparpaglino lungo lo stivale, dove poi per sopravvivere malamente delinquono e fanno i loro bisogni nelle aiuole. Questo è il risultato della nostra solidarietà. Certamente occorre rivedere gli accordi internazionali, cioè europei, ma non si comprende perché non ci si affretti a provvedere.

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