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Immigrati, la lezione di Genova alla sinistra

Tommaso Montesano
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«Nessun dramma, ce ne faremo carico». Risponde così il governatore della Liguria, Giovanni Toti, alle indiscrezioni che vedono la sua Regione - con i porti di Genova e La Spezia - come destinazione dei possibili, prossimi barconi in arrivo dalla Libia. Una lezione alle resistenze degli amministratori di sinistra, che con la scusa del viaggio troppo lungo cui sarebbero costrette le navi delle Ong - il riferimento è alla scelta di Ancona come punto di approdo per la Geo Barents e la Ocean Viking, il cui arrivo in città, alla banchina 22, è previsto per stasera continuano a chiedere di far sbarcare i naufraghi nelle solite Sicilia e Calabria. «È giusto dividere il peso di un'ondata migratoria importante su tutto il territorio nazionale», aggiunge Toti, che conferma la disponibilità della sua Regione: «Accoglieremo tutti, non ci sono problemi». Un pensiero condiviso, naturalmente, dal sindaco di Genova, Marco Bucci, una delle città che potrebbero essere incluse nella nuova mappa dell'accoglienza: «Il governo sa quali sono i porti che potranno o dovranno essere chiamati in causa. Se ci dovesse essere Genova, ci adegueremo a quanto stabilito». Salvo chiedere, come sta facendo il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, «risorse e strumenti adeguati per fronteggiare la fase di accoglienza».

 

SALVAGUARDARE IL SUD -  Il Pd, tuttavia, non molla. «Sembra strano e preoccupante che il governo faccia percorrere centinaia di miglia a persone già provate fisicamente e psicologicamente facendole approdare in porti del Centro e Nord Italia», sostiene Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. A parte che, come ricordato dal collega di Livorno, Luca Salvetti (centrosinistra), un conto è il punto di approdo, altra è la successiva destinazione al centro di accoglienza in una delle Regioni italiane (e la Lombardia è quella che ospita più migranti), la scelta dell'esecutivo d'indicare il porto più sicuro e non quello più vicino alle imbarcazioni delle Ong è legittima. E non solo perché così disponde l'ultimo decreto-legge in materia. Anche per la risoluzione 167 del 2004 dell'Organizzazione marittima internazionale (Imo) delle Nazioni Unite, spiega all'Adn Kronos l'esperto marittimista Giuseppe Loffreda, il comportamento del governo italiano è corretto. Perché quando un'imbarcazione, invece di dirigersi verso il porto più vicino, ovvero quello limitrofo all'area in cui è avvenuto il soccorso (Tunisia, Libia o Malta), forza per raggiungere l'Italia, «è legittimo che l'Italia gli assegni un porto sicuro qualunque. Anche Genova». O la tanto vituperata (dal Pd) Ancona.

 

REDISTRIBUZIONE - Poi, nella scelta del Viminale, c'è comunque la necessità di alleggerire i territori del Mezzogiorno, che finora hanno retto l'urto. «È giusto creare la redistribuzione, se possibile, a livello nazionale. Il nostro compito principale è sgravare Sicilia e Calabria: non devono essere il campo profughi dell'intera Europa», spiega il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, da Agrigento, dove ha presieduto un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Proprio Agrigento, amministrata dal centrodestra, «è la provincia che si fa maggiore carico dell'accoglienza dei migranti: sono 1.250 quelli accolti stabilmente», sottolinea il ministro dell'Interno. Che ripete: «Per questo di recente abbiamo mandato altrova una nave della Ong». Quanto alla scelta di Ancona, è stata fatta perché i nostri esperti tecnici hanno valutato che si poteva fare».

 


GLI ARRIVI -  Intanto ad Ancona la città si sta preparando all'arrivo di Ocean Viking (stasera) e Geo Barents (domani pomeriggio). Allestiti cinque container riscaldati dove saranno effettuati identificazione, accertamenti sanitari e distribuiti pasti e kit di prima assistenza. «Stiamo affrontando onde alte fino a due metri e mezzo. A causa del maltempo dovremmo arrivare ad Ancona nel pomeriggio di mercoledì (domani, ndr)», annuncia Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents, l'imbarcazione di Medici senza Frontiere che ospita a bordo 73 naufraghi. La OceanViking, invece, arriverà oggi pomeriggio (in anticipo), con 37 migranti. Sono stati soccorsi e portati a Lampedusa, invece, i 56 naufraghi partiti dalla Tunisia e segnalati in difficoltà da Alarm Phone nella giornata di domenica. Ma la stessa Alarm Phone, a causa delle cattive condizioni del mare, invita i migranti a non partire: «Speriamo che le persone che si apprestano a lasciare la Libia o la Tunisia ne siano coscienti».

 

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