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Matteo Messina Denaro, lo strisciante "malcontento" degli affiliati

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L'arresto da parte dei carabinieri del Ros del super-latitante Matteo Messina Denaro è una svolta storica nella lotta dello Stato contro la mafia. Dopo 30 anni di latitanza, "u Siccu" di fatto è stato fermato alla Maddalena dove si stava sottoponendo ad alcune terapie. Ma di fatto i segnali di una possibile fine del "regno" di Messina Denaro erano già visibili in una informativa della Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento per il primo semestre 2021 del 7 aprile scorso. In quella relazione veniva tracciato un quadro chiaro del super latitante: "È ancora "la figura criminale piu' carismatica di cosa nostra e in particolare della mafia trapanese": "nonostante la lunga latitanza egli resterebbe il principale punto di riferimento per far fronte alle questioni di maggiore interesse che coinvolgono l'organizzazione oltre che per la risoluzione di eventuali controversie in seno alla consorteria o per la nomina dei vertici di articolazioni mafiose anche non trapanesi".

 

 

Ma poco dopo c'era un segnale, magari impercettibile, di un castello che si stava sgretolando. "Benchè "u siccu" continui a beneficiare della fedelta' di molti sodali, negli ultimi anni sarebbe cresciuto "uno strisciante malcontento in alcuni affiliati", si legge nella relazione: "insoddisfazione connessa con le problematiche derivanti dalla gestione della lunga latitanza peraltro resa difficile dalle costanti attivita' investigative che hanno colpito in larga parte la vasta rete di protezione del boss".

 

 

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