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Messina Denaro, la profezia del generale Mori: "Cosa accadrà dopo l'arresto"

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Mario Mori è l’ex capo dei Ros che nel 1993 ha arrestato Totò Riina. Intervistato da Il Giorno, il generale dei Carabinieri è orgoglioso dell’impresa compiuta dai “suoi uomini” nella cattura di Matteo Messina Denaro dopo trent’anni di latitanza. Con l’arresto del boss dei boss “la struttura di Cosa Nostra, intesa come struttura organizzata, ben disposta sul territorio, è finita: quella dei Riina, dei Provenzano, per intenderci”. 

 

 

“Non è finita invece la mafia - ha proseguito Mori - perché rimane la cultura mafiosa che è fondamentale per riproporre eventualmente il fenomeno. E la cultura mafiosa non la combattono né la polizia né i Carabinieri né l'informazione. La combattono la cultura, l'informazione, il lavoro. Cosa Nostra - ha ribadito - per come l'abbiamo vissuta e combattuta, è finita. Non c'è più in Sicilia un tessuto connettivo che colleghi più famiglie, più realtà. Ci sono elementi mafiosi, come modo di pensare e di agire. Ma non c'è più quella struttura”. 

 

 

Quindi dopo l’arresto di Messina Denaro la mafia resta come organizzazione criminale, ma diventa più “liquida”, senza più boss e cupole: “Non avremo più questi personaggi criminali di alto livello. Sul modello di Riina, Messina Denaro o El Chapo, attorno ai quali si creano leggende che li hanno resi più pericolosi perché hanno trasformato criminali in simboli. Dunque, se dovessi immaginare un nuovo capo, lo immaginerei senza nome, senza volto, che non appare mai. Più che una persona, un modo di essere”. 

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