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Emanuela Orlandi, "una in clinica, l'altra sedata": altri dettagli agghiaccianti

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Continua a tenere banco il caso di Emanuela Orlandi, la “ragazza con la fascetta” scomparsa il 22 giugno 1983. In attesa che le nuove indagini facciano il loro corso, il Corriere della Sera ha ricostruito che cos’è accaduto alle amiche e i compagni che a vario titolo furono testimoni dell’accaduto. Fa un certo effetto scoprire che la vita per tre di loro è stata davvero complicata, con risvolti a dir poco inquietanti. 

 

 

La storia più pesante è quella di Raffaella, che all’epoca aveva 19 anni ed era compagna di musica di Emanuela: raccontò alla stampa quanto le aveva confidato la Orlandi prima di sparire nel nulla e da quel momento fu pedinata, minacciata e intimidita da persone che non sono mai state identificate. “Rimase talmente sotto choc - si legge sul Corsera - da farsene una malattia per tutta la vita. Oggi, a 59 anni, è ricoverata in una clinica psichiatrica”. Ha avuto grosse difficoltà anche Silvia, la compagna di classe che dichiarò a un giornalista che Emanuela le aveva detto che sarebbe andata via di casa per un po’ di tempo. 

 

 

Da quel momento la vita di Silvia è stata un inferno: oggi ha 55 anni e diversi trattamenti farmacologici alle spalle. “Per non farla parlare - ha denunciato il cugino - l'hanno irretita, sedata, annichilita. Non la sento da anni. Potrebbe anche essere morta”. Il terzo caso è quello di Pierluigi, anche lui compagno di scuola di Emanuela. È possibile che sapesse qualcosa sulla sua scomparsa perché ha ricevuto diverse minacce di morte. Nel 1987 chiamò in diretta al Telefono giallo e con voce rotta disse: “Se parlo mi ammazzano”. Oggi Pierluigi ha 55 anni e vive all’estero, dove non ha alcuna voglia di parlare della Orlandi. 

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