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Vincenzo De Luca, 40 milioni buttati via: l'ultimo scandalo

Claudia Osmetti
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«Nel giro di poche settimane apriremo il cantiere per la realizzazione del nuovo Ruggi», annunciava un entusiastico Vincenzo De Luca, il governatore della regione Campania, in quota Pd, a fine mese scorso. Cioè a fine giugno. Solo che “nel giro di poche settimane” a essere (ri)aperto è solo il bando per l’ospedale di Salerno. Salerno, appunto. Il nuovo polo della salute San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona che, ora, prima ancora dell’inizio dei lavori, rischia di essere travolto da polemiche, avvocati, ricorsi e cause.

 


Passo indietro, altrimenti non ci capiamo. A gennaio del 2023 arriva la gara d’appalto per la nuova struttura, che dovrà sorgere nell’area dell’ex Finmatica, con più di 700 posti letto, 220mila metri quadrati e un parcheggio di circa 2mila stalli. Valore, sull’unghia: oltre 368 milioni. Iva inclusa. Mica bruscolini. Carte bollate, preliminari e commissioni giudicatrici (come è giusto che sia) e si arriva al 16 giugno scorso, quando l’opera se l’aggiudica, è il primo classificato, il raggruppamento Eteria, che unisce gli imprenditori Caltagirone, Gavio e Icop, come capofila, e le aziende salernitane Rcm costruzioni, Brancaccio costruzioni e Cicalese impianti.
Tutto chiaro, anche perché loro, Eteria e gli altri, mettono sul tavolo l’offerta migliore, con un ribasso dei costi del 12,23% che vuol dire, letteralmente in soldoni, un risparmio di 40 milioni di euro per l’amministrazione pubblica. Hai detto niente. E attenzione: la graduatoria viene comunicata oralmente, ma viene anche messa per iscritto in un verbale, il numero 9, che riporta pure le stime e le tabelle del caso. Sennonché passano i giorni e di operai manco mezzo, però il 7 luglio la commissione ci ripensa. Si riunisce (di nuovo), in seduta pubblica (di nuovo), rivaluta le buste pervenute (di nuovo) e rivede la graduatoria: fuori Eteria e dentro il Consorzio Sis perché costerà anche “qualcosina” in più ma permette di sforbiciare sui tempi, ossia di “guadagnare” 124 giorni. Che fanno quattro mesi e qualche dì, non proprio anni.

 


Sta tutto scritto in un verbale, il numero dieci, che in calce porta pure il logo della Regione Campania, è una sfilza di punteggi e percentuali e coefficienti da spulciare, ma il succo è questo.
È, insomma, che per avvantaggiarsi di quattro mesi sulla tabella di marcia, la Campania pare intenzionata a usare più fondi. «I valori delle offerte temporali comunicati oralmente e informalmente ai rappresentanti delle società partecipanti» in precedenza, si legge nell’ultimo documento, «sono da considerarsi frutto di un mero errore materiale». Come a dire: quel punteggio, che dava poco più di 82 punti a Eteria e poco più di 80 al Consorzio Sis, non vale più. Il computo esatto, adesso, è di quasi 79 per la prima e di oltre 80 per il secondo. Poco importa se, nel frattempo, la notizia ha fatto il giro della Campania, se in ballo ci sono 40 milioni di euro, che già in termini assoluti non son spicci, ma in numeri percentuali sono più del 10% dell’intero ammontare. E poco importa anche se, ora, il pericolo (non è una certezza, ma si vedrà) è di trovarsi subissati dai ricorsi, che quelli sì, coi tempi della giustizia e della burocrazia, potrebbero incidere sull’effettivo via libera al cantiere. Altro che «poche settimane».

 

 

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