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Napoli, il killer di Domenico Esposito: "Lo ho ucciso ma non so perché"

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Una lite per un aiuto negato. Sarebbe questa la motivazione dietro l'omicidio di sabato pomeriggio nel parcheggio di un centro commerciale di Nola, a Napoli. Qui il 28enne Domenico Esposito sarebbe stato ucciso al culmine di una lite con un vigilante, Antonio Emanuele De Luca. Stando a quanto ricostruito dagli agenti del commissariato di Nola, la vittima avrebbe avuto un diverbio con l'addetto alla sorveglianza dei parcheggi, che si sarebbe rifiutato di aiutarlo a cambiare lo pneumatico bucato della autovettura della sorella.

Da lì la lite al seguito della quale l'indagato ha colpito il 28enne di Acerra con un coltello, diversi fendenti di cui uno mortale al petto. L'aggressore, un 20enne di Secondigliano, è stato tratto in arresto per omicidio aggravato dai futili motivi e dall'utilizzo dell'arma. A ricostruire la dinamica dei fatti anche immagini dalle telecamere di videosorveglianza e testimonianze di presenti. 

Domenico era accorso insieme al padre nel parcheggio del centro commerciale Vulcano Buono di Nola dopo che sua sorella, addetta alle vendite in un importante store di abbigliamento, gli aveva chiesto una mano per cambiare la ruota della Fiat Punto bianca rimasta in panne nel settore "Ischia" del megastore. Per evitare di allertare i familiari, la donna aveva chiesto aiuto all’operatore della società di portierato, ma lui si era rifiutato. Un'altra tragedia che si va ad aggiungere a quella che ha travolto la famiglia di Domenico che, a soli sette anni con il fucile del nonno uccise il fratellino di quattro anni in un tragico gioco. Intanto il 20enne rimane nel carcere di Poggioreale, ma si giustifica: "Non so perché l'ho ucciso". 

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