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Rimini, massacrata e stuprata in spiaggia: l'orrore, chi è la bestia

Simona Pletto
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È caccia all’uomo a Rimini, per una ventunenne picchiata a sangue e stuprata in spiaggia da un nordafricano. Tutto è accaduto nella notte tra sabato e domenica, attorno alle 4 del mattino, vicino a una cabina del bagno 118 “Sunday Beach”, a Rivazzurra. È qui che la vittima, un’ucraina residente da tempo nel Riminese, è stata brutalmente aggredita, picchiata e violentata. I soccorritori l’hanno trovata a terra, sanguinante, in stato confusionario per lo shock subìto. Quel bruto le ha provocato lividi su tutto il corpo, una lesione alla testa, una clavicola fratturata, il volto tumefatto e probabilmente una frattura all’anima che mai scomparirà. «Prima mi ha violentato e poi mi ha riempito di botte. Aveva la carnagione scura», ha raccontato la ragazza a chi l’ha soccorsa domenica mattina a Rimini. Una notte da incubo per la giovane.

 

 

Il primo a dare l’allarme, l’altra notte verso le 4,30, dicevamo - è stato un passante. Si è accorto della giovane stesa a terra, sanguinante, nella zona dove ci sono docce e cabine. Pochi minuti dopo sul posto sono arrivati i sanitari, che hanno prestato i primi soccorsi alla ragazza. Lei, ancora tremante, è riuscita soltanto a dire che l’avevano violentata e picchiata. E che l’aggressore sarebbe un giovane nordafricano, di cui non ha saputo fornire informazioni in un primo momento. Portata in ospedale, è stata sedata e ricoverata per le ferite riportate (la prognosi è di quaranta giorni).

 


Ma chi l’ha ridotta così, stando al suo racconto fornito ieri al pm della Procura di Rimini dove ha descritto il suo aggressore come un uomo di colore, prima di massacrarla l’ha stuprata. E la conferma potrebbe arrivare già nelle prossime ore dagli ulteriori accertamenti clinici. Sulla violenza in spiaggia indagano gli agenti della Squadra mobile, diretti da Dario Virgili e coordinati dal pm Annadomenica Gallucci.

Domenica mattina gli uomini della scientifica si sono recati al bagno 118 in cerca di tracce di sangue, impronte e ogni altro elemento utile. I poliziotti hanno già visionato i filmati delle telecamere dello stabilimento balneare: mostrano la ragazza mentre arriva in spiaggia con un uomo. È su quelle immagini che la polizia sta lavorando, per cercare di risalire all’identità dell’aggressore. Si scava negli ambienti frequentati dalla giovane nel suo giro di amicizie. La pista più concreta è quella della cessione di droga, poi l’aggressione e infine la rapina. Le forze dell’ordine ieri hanno identificato una sessantina di persone nella zona delle ex colonie, fra sbandati e spacciatori. Stando al racconto fornito agli inquirenti, pare che la 21enne ucraina conoscesse (seppur da poco) il suo aggressore, del quale ha poi fornito una sommaria descrizione. «Un grave episodio di violenza contro una giovane», è intervenuto il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad. «Rimini non può tollerare questi episodi, dunque totale collaborazione agli investigatori, affinché il criminale o i criminali che hanno fatto questo vengano rapidamente consegnati alla giustizia. Ma adesso quello che ci preme, più di ogni cosa, è la salute della ragazza». 

 

 

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