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Monzuno, 30 gatti spariti in un mese: sull'Appennino l'ombra della setta

Simona Pletto
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È partita la caccia, sull’Appennino bolognese. Non a una bestia selvatica responsabile di razzìe in fattorie e aziende agricole, ma ad un ignoto e crudele gatticida. Perché in paese, nel giro di un mese, sono spariti ben trenta gatti. Senza lasciare traccia.

Una vicenda che pare uscita da un racconto di Simenon, sia pur in salsa bolognese. Gli abitanti del paese di Monzuno e dei dintorni sono preoccupati, condividono ansie e si danno consigli su come proteggere i propri felini. Tanto che, in molti, stanno già pensando di installare telecamere private per incastrare il misterioso responsabile, che magari non è nemmeno solo.

C’è addirittura chi ha messo una taglia, offrendo una ricompensa fino a mille euro per chi ritrova il suo micione Eddy, persiano di 13 chili sparito il 31 agosto dal giardino di casa in pieno giorno. Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali ed ambiente, è arrivata a offrire 4mila euro a chi, tramite una denuncia formale alle autorità, riuscirà a far individuare il colpevole.

 

 

«La questione è allarmante- scrive Aidaa, - i proprietari di gatti ora hanno paura». Sì, perché gli animali continuano a sparire. Uno dopo l’altro. Per gli ultimi tre felini scomparsi in quest’ultima settimana, due a Vado e uno a Monzuno, sono scattate le denunce ai carabinieri. I quali assicurano: «Stiamo attenzionando il territorio, qualsiasi tipo di denuncia va tenuta in considerazione».

LUPI E RAPACI - Una delle prime ipotesi sposate per giustificare queste sparizioni è stata, ovviemente, quella degli animali selvatici. In zona ci sono lupi e volpi, che avrebbero potuto attaccare i felini liberi in strada o nei giardini privati per poi mangiarseli altrove. Oppure, altri esemplari “sospettati” sono i falchi o le aquile che si trovano sul crinale di Montovolo (Grizzana Morandi) e di Vigo (Camugnano). Gli esperti però sostengono che il gatto rappresenta una preda troppo pesante per essere trasportata nel nido dai rapaci, e che al massimo sarebbe stata sbranata sul posto una volta. Carcasse, però, in giro non se ne trovano. Neppure tracce di sangue. I felini, come detto, sembrano svaniti nel nulla. Solo in un caso è stato rinvenuto il piccolo collarino di tessuto che il micio indossava, ma di lui nessuna traccia, nemmeno un pelo.

Tutto questo alimenta l’alone di mistero. Qualche buontempone ha messo anche in giro la chiacchiera che qualche gatto sia finito nella pentola, magari di qualche ristorante cinese. Altri parlano di rapimenti di animali per sperimentazioni, oppure c’è chi pensa a sequestri di gatti per una successiva vendita su internet, sebbene molti degli esemplari spariti risultino essere una sorta di incrocio tra razze diverse e dunque poco appetibili a livello economico. Tutte idee che non fanno altro che alimentare il chiacchiericcio, la preoccupazione e il dispiacere dei proprietari che, in molti casi, si sono rassegnati a non rivedere più il proprio animale da compagnia. «Il mio Tyrion ci dice Nadia, una delle tante padroncine che ha messo una taglia di 200 euro sul suo gatto, - è sparito il 21 agosto da casa. Non so se di notte. Abbiamo chiesto da tempo al Comune di avere le telecamere in questa zona residenziale, ma nulla». Addirittura c’è chi, sui social, ha proposto un questionario per raccogliere informazioni sui gatti scomparsi.

 

 

IL PRECEDENTE - «Anni fa successero episodi simili a San Benedetto Val di Sambro», ricorda Cristina, dell’Associazione “Aristo Gatti” di Monzuno. «Nella mia oasi felina, che ospita dai 13 ai 15 gatti per lo più randagi, negli ultimi due anni me ne sono spariti otto. Così, dal nulla e sempre di notte». E dopo averci spiegato che non crede siano responsabili i predatori come lupi o volpi, ma che ci sia la mano dell’uomo dietro a queste sparizioni di gatti, come ad esempio accumulatori seriali, azzarda: «Questi animali domestici scompaiono soprattutto in estate.

In periodi precisi noi diamo indicazioni ai nostri volontari di non affidare ai futuri padroni i mici di colore nero. Questo perché sappiamo che esistono sette esoteriche o sataniste anche qui nel Bolognese che li cercano proprio in determinati periodi dell’anno. Le dico di più: non spariscono solo gatti qui nel nostro Appennino, ma anche cani». Il mistero si allarga.

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