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Torino, solito copione a sinistra: scontri con la polizia? Prima picchia, poi piange

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Daniele Dell'Orco
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Non è la sinistra “piangi e fotti” ma “fotti e piangi”. Al Campus universitario Einaudi di Torino i soliti centri sociali mascherati da collettivi studenteschi hanno scelto di mettersi di traverso contro un’iniziativa di volantinaggio del Fuan, l’organizzazione universitaria di Fratelli d’Italia. Per sedare la manifestazione sfociata in violenza circa un centinaio di antagonisti sono stati caricati dalla Polizia. Un agente è rimasto ferito dal lancio di oggetti ed è stato portato in ospedale per una ferita provocata da un oggetto contundente. Uno dei manifestanti è stato portato in Questura. Fuori dal Campus Einaudi, sono rimaste contuse anche due docenti universitarie, che stavano cercando di mediare.

L’ASSALTO
Il copione non è nuovo, men che meno a Torino. Durante il volantinaggio di un gruppo di circa venti ragazzi di destra, i collettivi che non vanno granché d'accordo con la democrazia e rivendicano il monopolio degli spazi universitari si sono schierati in cento e hanno cominciato a bersagliare i giovani del Fuan con lattine, uova e tranci di pizza, al grido di: «Fuori i fascisti dall’università». La Polizia ha evitato il contatto tra le due fazioni e vista la differenza numerica è stata costretta a scortare i ragazzi del Fuan fuori dalla zona degli scontri. Contestualmente è partita una carica del reparto mobile contro gli studenti di sinistra, seguita poi da una seconda carica.

Dopo i tafferugli gli studenti dei collettivi hanno dato vita a un corteo improvvisato in corso Regina Margherita e nel quartiere Vanchiglia, per lamentarsi del fatto che la loro spedizione punitiva antidemocratica sia stata impedita come in qualsiasi stato di diritto: «Di nuovo cariche e manganellate, estese anche a due docenti di Giurisprudenza, che, dopo essersi qualificate, si sono interposte tra gli agenti e gli studenti per evitare incidenti e che sono finite al pronto soccorso con lesioni al capo e alle braccia», si legge in una nota del Coordinamento antifascista Torino guidato dall’ex magistrato Livio Pepino. «La gravità del fatto è accentuata dalla circostanza che le cariche sono avvenute a freddo, quando gli attivisti del Fuan si erano ormai allontanati, accompagnati dalla dirigente della polizia intervenuta».

Un demenziale lamento appoggiato a vario titolo dalla sinistra politica e dagli opinion leader: «È la seconda volta in due mesi che le forze dell’ordine caricano studenti e studentesse senza mezzi offensivi al Campus Einaudi», dicono Marco Grimaldi, Alice Ravinale e Sara Diena di Sinistra Ecologista. «Ci aspettiamo una decisa presa di posizione da parte del rettorato e delle istituzioni ad ogni livello. Da parte nostra, esprimiamo piena solidarietà alle docenti e agli studenti vittime della brutale repressione», fa eco Francesca Frediani, consigliera regionale di Unione Popolare. «Anche ieri la polizia a Torino è stata libera di caricare studenti che si opponevano al volantinaggio di neofascisti e di mandarli all’ospedale. Già che c’erano hanno manganellato pure due docenti. Questa storia che la polizia a Torino usi costantemente i manganelli deve finire. O aspettiamo che ci scappi il morto?», dà manforte Selvaggia Lucarelli.

 

 

 

I PRECEDENTI

In effetti un precedente piuttosto recente è quello del 3 ottobre, ma con uno scenario analogo: l’assurda pretesa degli scalmanati dei centri sociali di Torino, tra i quali spicca Askatasuna, secondo i quali il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non dovrebbe recarsi a Torino. Il loro corteo non autorizzato venne fermato dalla polizia e negli scontri che ne seguirono alcuni contestatori rimasero feriti, ma nel bilancio finirono anche quattro agenti. Le urla in quel caso erano: «Sbirro, fascista, sei il primo della lista». Ma scene del genere si sono viste spesso anche in altre città. Come Firenze, dove il 18 febbraio davanti al liceo classico Michelangiolo, alcuni studenti di destra vennero ripresi mentre picchiavano dei militanti dei collettivi. La notizia assunse in breve tempo rilevanza nazionale perché gli accusati erano ragazzi tra i 16 e i 20 anni e nei video particolarmente disturbanti si vedeva uno degli studenti di sinistra ricevere calci e pugni alla testa da due persone mentre si trova per terra, poco prima dell’intervento della polizia. Quello che non si disse è che i collettivi stavano cercando come sempre di impedire i volantinaggi dei “colleghi” di destra e che la stessa cosa era accaduta qualche giorno prima fuori da altri istituti fiorentini in occasione del Giorno del Ricordo.

 

 

 

CACCIA AL FASCISTA

Indimenticabili poi i fatti del 25 ottobre 2022 alla Sapienza di Roma, quando, mentre il governo Meloni era impegnato nel giuramento, Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale e Daniele Capezzone vennero presi di mira dagli studenti di Cambiare Rotta, che cercavano di impedirgli di tenere un dibattito nell’ateneo. Negli scontri ingaggiati con la polizia diversi manifestanti rimasero feriti e un manifestante venne bloccato e identificato perché stava colpendo gli agenti con un’asta. Quello che predicano i rampolli del sessantottismo che fu è in sostanza l’impunità totale e la libera “caccia al fascista”. Laddove, si badi, nell’etichetta può essere fatto facilmente rientrare chiunque non sia uno di loro e abbia l’ardire di rivendicarne il diritto. 

 

 

 

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