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Ratzinger, nostalgia a un anno dalla morte: ecco le omelie private

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Caterina Maniaci
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 Lo immaginiamo, un anno dopo, mentre nel suo studio dentro il monastero Mater Ecclesiae, nel cuore del Vaticano, tra giardini e palazzi, medita e scrive su san Giuseppe, l’uomo “giusto”, che in silenzio segue la sua strada, anche quando non comprende fino in fondo perché quella sia la sua strada e dove stia andando, con tutte le conseguenze che non aveva previsto, tra dolori e grandi meraviglie, sobrio e convinto che biosgna portare a termine i propri compiti nella vita. Tratti così familiari e amati da papa Benedetto XVI, che si riversano nella riflessione per la IV domenica di Avvento del 22 dicembre 2013, incentrata sulla figura dello sposo di Maria così com’è presentata dal testo evangelico del giorno (in Matteo 1, 18-24). Lo immaginiamo chino sul foglio, con la sua scrittura minuta, elegante, precisa, descrivere Giuseppe e la sua grandezza “nascosta”. Da quelle stanze silenziose un anno fa, esattamente il 31 dicembre 2022, Joseph Ratzinger è uscito un’ultima volta, per l’ultimo suo viaggio terreno.

VOLUMI E OMELIE

Se ne sente sempre più la mancanza, ma in compenso la sua eredità spirituale e teologica sembra non esaurirsi mai. Come dimostrano appunto le omelie “private” del Papa emerito, di cui quella incentrata sulla figura di san Giuseppe è un alto esempio; un testo pubblicato qualche giorno fa dal giornale domenicale tedesco “Welt am Sonntag”, collegato al quotidiano “Die Welt”, in tedesco e successivamente diffusa in italiano. Come ha spiegato padre Federico Lombardi nell’intervista che accompagna la pubblicazione, esiste una raccolta di tali omelie “private”, registrate e trascritte dalle Memores Domini- le consacrate che abitavano con lui - e che sono state di recente affidate dall’esecutore testamentario, l’arcivescovo Georg Gaenswein, al Dicastero per la comunicazione (Libreria editrice vaticana), in collaborazione con la Fondazione vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI. La raccolta contiene oltre trenta omelie “private” degli anni del pontificato e oltre un centinaio dei primi anni successivi alla rinuncia. La preparazione della loro pubblicazione da parte della Lev sarà curata da padre Lombardi nel corso dei prossimi mesi. Non c’è da aspettarsi nessuna “novità” di genere teologico o esegetico, ma una nuova, ulteriore riserva di preziosa forza spirituale. Che ha scritto moltissimo e su cui è stato scritto e ancora si scrive in abbondanza. Segno della vitalità del suo pensiero e della necessità, in un certo senso, di continuare a scandagliare le profondità della sua persona. Don Giuseppe Musardo, direttore generale del Gruppo Editoriale San Paolo, in occasione dell’anniversario della scomparsa, afferma: «In questi giorni ricordiamo papa Benedetto XVI come uomo, prima ancora che pontefice, dalla spiccata cultura, sensibilità e preparazione teologica». Del resto Ratzinger, tra i più autorevoli intellettuali e teologi del ‘900, fin dai primi anni Ottanta è stato autore di punta delle Edizioni San Paolo per le quali ha firmato oltre trenta volumi.

 

 

 

Al dolore per la scomparsa del Pontefice si era subito legata con forza l’idea di aver perso un punto di riferimento, di sentirsi, come fedeli, più soli. Come hanno sottolineato diversi libri pubblicati in questi ultimi mesi, che hanno contribuito a rievocare e raccontare questa figura così straordinaria non solo per la vita della Chiesa: per restare nell’ambito della casa editrice San Paolo, ricordiamo “Ratzinger, la scelta: Non sono scappato”, di Orazio La Rocca; “I miei giorni con Benedetto XVI”, di Alfred Xuereb, già segretario del pontefice; “Ciò di cui il mondo ha bisogno. I punti fermi di Benedetto XVI” di monsignor Rino Fisichella e “Verità e Amore di Benedetto XVI”, una raccolta di suoi insegnamenti.

In questo periodo natalizio le Edizioni San Paolo hanno pubblicato l’ultimo libro della teologa e biblista Rosanna Virgili dal titolo Benedetto e Francesco, due papi diversi ma mai divisi. I due Papi sono stati spesso contrapposti – in realtà continuano ad esserlo, secondo alcune interpretazioni - l’autrice, invece, è convinta che incarnino due modi diversi ma complementari di vivere il servizio alla Chiesa e il messaggio evangelico. Certo, ammette la studiosa, hanno molte differenze, soprattutto a livello di comunicazione e di “gesti”, interpretandoli in maniera “ideologica”. Ma la loro è una storia di “fedeltà alla storia della Chiesa, a quello che hanno ricevuto e trasmettono”. Non ha poi senso, insiste la Virgili, la polemica su chi sia il “vero” Papa: anche se caratterialmente diversi, lo sono entrambi e si completano, si potrebbe dire, attraverso la voce di Francesco che viene dall’America Latina e la voce di Benedetto e la sua tradizione europea.

 

 

 

PENSIERO RICCHISSIMO

La luminosità della figura di Benedetto XVI, secondo alcuni, poteva rischiare di affievolirsi, con la sua scomparsa e con la velocità vorace con cui oggi si consumano notizie, immagini, persone. Tutt’altro. A mano a mano che il tempo, passa invece di sfumare e confonderne i contorni li rende più forti. Lo testimonia anche il saggio di Mariano Fazio, dal titolo “Benedetto XVI. Il Papa della fede e della ragione”, edito da Ares, da cui emerge, una volta di più, quanto abbia ancora da insegnare il suo ricchissimo pensiero, che spazia dai grandi temi affrontati dal Concilio Vaticano II alla minaccia della contemporanea “dittatura del relativismo”, l’importanza del dialogo tra la fede e la ragione. Insomma, un vero antidoto, di fiducia e di speranza, al fondamentalismo laico, l’onda montante del pensiero omologato e indifferenziato di cui Benedetto XVI aveva appunto avvertito con chiarezza la potenza distruttiva. 

 

 

 

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