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Per il sindaco Gualtieri a Roma il problema è Airbnb

Daniele Dell'Orco
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Tra meno di un anno a Roma inizierà il Giubileo, ma il piano del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, per rendere la città ciò che non è più da decenni, ossia vivibile, è tutto racchiuso in una serie di bei rendering ideati per rassicurare un perplesso Papa Francesco e presentati alla stampa come fossero progetti in grado di cambiare il volto dell’Urbe. L'essenza dei voli pindarici del primo cittadino è racchiusa in una definizione, quella sfoggiata in una lunga intervista ad Avvenire. Gualtieri dice di essere certo di poter far trovare Roma più «bella» grazie ai 184 interventi in programma.

 

Cioè il grande piano politico del sindaco Pd non sarebbe mica quello di rendere funzionale, sicura, pulita, ordinata, collegata e moderna una città sommersa dalla spazzatura, incapace di attrarre qualsiasi investimento o di realizzare qualsiasi grande opera (del resto, rischierebbe di diventare una tendopoli come la Stazione Termini), invasa da topi e cinghiali, bloccata da cantieri che impiegano 12 anni per finire una fermata del metrò, idolatrata solo dai violenti in giro con l’ascia, dai gruppi mafiosi che spadroneggiano un litorale che nemmeno i romani frequentano più e dalle gang di borseggiatrici rom.  No, l’idea geniale di Gualtieri è quella di puntare a rendere «bella» la città più bella del mondo. Come?

 

 

Rielaborando a suo modo il concetto di villaggio Potemkin: passando un po’ di fondotinta sui crateri per le strade, sostituendo due semafori con le rotatorie e spazzando montagne di polvere sotto i tappeti per qualche tempo in attesa che l’Anno Santo finisca. Quando gli viene chiesto se gli capiti mai di sentirsi impotente rispetto all’amministrazione di una realtà così grande, Gualtieri risponde: «Ci sono tante cose che il sindaco di Roma non può fare. Per esempio la regolamentazione degli Airbnb per limitarne l’ipertrofia e favorire la residenzialità nei quartieri centrali: i miei colleghi di New York e di Parigi possono farlo. Qui no, serve una legge del Parlamento». Ma tu pensa che sciagura. Ecco perché Roma non è Parigi e non è New York. Perché lì si possono regolamentare gli Airbnb in un battibaleno. Se solo si potesse fare lo stesso anche da noi, l’Urbe diventerebbe il paese dei balocchi. A Gualtieri non manca il potere, manca il contatto con la realtà. È come Virginia Raggi, ma con un ufficio stampa migliore. 

 

 

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