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Cervinia, sabotaggio della seggiovia: un folle o un eco-attivista?

Alessandro Dell'Orto
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Dall'inviato a Breuil-Cervinia (Aosta) 

Cervinia fa finta di niente, ma è preoccupata. Anzi, fa finta di niente proprio perché è preoccupata: non tanto per la sicurezza, quanto per il turismo. «Il sabotaggio alla funivia? Quale funivia? Non so niente, qui noi lavoriamo e dormiamo, dormiamo e lavoriamo. E basta», dice ridacchiando una tabaccaia in centro. Se chiedi ti guardano con diffidenza, se cerchi di capire come è possibile che qualcuno abbia danneggiato una fune in acciaio della seggiovia Cielo Alto – poteva essere una strage - ti dicono che è un mistero, che non si sa niente anche se è già successo altre volte. Poche parole tra la gente, nessun commento dal sindaco Elisa Cicco («Non rilascio dichiarazioni») e tanti saluti. Eppure qui, nel pieno della stagione sciistica e con i turisti stranieri (prevalentemente inglesi e svedesi) che scendono dalle piste, si è rischiato grosso. Qualcuno, nella notte tra domenica e lunedì, ha raggiunto il nono di 25 piloni, quasi a metà corsa (è il più nascosto, in una specie di buca, e lontano dalle telecamere di sorveglianza), si è arrampicato per dieci metri sulla struttura, utilizzando la scaletta di manutenzione, e ha lacerato (probabilmente con un flessibile a batteria) due dei sei “trefoli”, le sezioni circolari che compongono il cavo su cui sono agganciati i seggiolini dell’impianto.

«Fortunatamente non è successo niente perché i nostri protocolli di sicurezza hanno funzionato alla perfezione – spiega Federico Maquignaz, amministratore delegato e presidente della Cervino spa, la società che gestisce il comprensorio sciistico - La mattina, prima di mettere in esercizio la struttura, eseguiamo una serie di controlli elettronici e visivi: gli addetti si sono subito accorti del problema, la seggiovia è rimasta chiusa al pubblico e abbiamo avvisato i carabinieri. Ora stiamo lavorando per sostituire la parte del cavo danneggiata e l’impianto dovrebbe riprendere a funzionare giovedì (domani ndr)». Maquignaz sospira, guarda le piste di risalita e la neve scendere copiosa. «Gli impianti hanno dimostrato di essere sicuri al cento per cento e la gente può stare tranquilla, ma la scorsa notte non ho dormito: chi è il pazzo che può fare una cosa del genere? E perché? Questo non è un atto intimidatorio, qui qualcuno cercava di fare del male». Già, domande cui nessuno sembra saper rispondere. Anche perché non è la prima volta che qui a Cervinia capita qualcosa del genere. Nel 2015 (era maggio) qualcuno si è arrampicato su un palo della funivia che porta dal paese a Plan Maison, 2.560 metri di quota, e ha parzialmente tagliato la fune (in quel periodo la funivia era in manutenzione). Poche settimane dopo, invece, è toccato alla seggiovia Bec Carré di Valtournenche: stessa procedura, stesso risultato e la società Cervino spa ha dovuto spendere oltre 180 mila euro per sostituire le due funi («Ma questa volta avremo anche un danno per il mancato utilizzo dell’impianto»).

 

 

Più recentemente, invece (ottobre 2022), sono stati presi di mira i mezzi da cantiere che erano impiegati nella realizzazione di una pista da sci nel comprensorio di Cervinia. Atti vandalici di uno squilibrato o qualcosa di organizzato? Di sicuro c’è che chi ha danneggiato la seggiovia l’altra notte – che sia la stessa persona degli altri episodi o un’altra - è qualcuno che conosce bene il territorio, che sa perfettamente dove sono le telecamere di sicurezza, che è in grado di raggiunge, sugli sci o con una motoslitta, anche i punti più nascosti dell'impianto di risalita. Proprio come il nono pilone della seggiovia Cielo Alto. I carabinieri indagano, ma intanto si fanno le ipotesi più strane. C’è chi pensa a qualcuno che ce l’abbia con la Cervino Spa (per qualche contrattempo avuto sulle piste o sugli impianti), chi a un pazzo che si muove a caso solo per far male, chi a qualcuno che voglia danneggiare il turismo locale. Ma c’è anche chi ipotizza qualcosa di più "politico”, che abbia a che fare con la delicata questione della super funivia “Cime bianche”, un progetto europeo per collegare con impianti a fune il Cervino e il Rosa, da Zermatt ad Alagna in aree ora protette. Se ne parla dal 2015 (guarda caso l’anno del primo atto vandalico) e la questione ha sempre scatenato accese discussioni perché gli oppositori non sono pochi (da anni sono sorti molti comitati che difendono il Vallone). Ecco, proprio per questo c’è chi ipotizza un avvertimento di qualche frangia isolata di attivisti in stile “No tav”. 

 

 

Nel frattempo però, mentre il sindaco tace e molti fanno finta di niente, gli albergatori non nascondono la preoccupazione per una stagione che finora è andata benissimo, ma che adesso rischia traballare. «Sono sbalordito per quanto accaduto – racconta Giuseppe Maquignaz, titolare dell’Hotel Bucaneve – non capisco chi potrebbe avere motivo di mettere a rischio l'economia di Cervinia. Qui tutti lavoriamo con il turismo e un fatto del genere rischia di essere un deterrente per chi vuole venire in vacanza. Sono preoccupato, per la sicurezza dei miei clienti ma soprattutto per il possibile danno economico che potrebbe colpire tutti noi. Tra pochi giorni (domani ndr) ci sarà una riunione con il comprensorio turistico in cui parteciperà anche la Cervino Spa. Sicuramente tireremo fuori anche questo problema per capire meglio cosa è successo e a che punto sono le indagini».

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