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Fleximan, una lezione ai moralisti: i cittadini vanno ascoltati

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Gianluigi Paragone
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Fleximan, l’eroe misterioso che con il favore dell’oscurità abbatteva gli autovelox, ha vinto. Il supereroe brechtiano che si è fatto carico di rovesciare l’ordine del giusto e dell’ingiusto percepito al volante, si vede riconoscere il round da parte degli stessi sindaci che, insistendo sulle strade incriminate, di anno in anno ingrossavano la voce dei bilanci comunali a botte di multe e di sanzioni. La resistenza come ultima controffensiva. Fleximan non ha ragione in sé, ma - diciamo abusando del grande drammaturgo tedesco- «ci siamo dovuti accontentare di sederci dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati». E in quegli altri posti sedevano i giusti, quelli della norma sopra tutto persino sopra il buonsenso; sedevano i commentatori con il ditino alzato che insegnano storia, geografia, letteratura e pure diritto; sedevano i burocrati, i legulei e gli azzeccagarbugli; i dotti a prescindere. Sedevano pure quei funzionari di qualsiasi pubblico ufficio che conferisce quel milligrammo di potere che tanto basta per complicare la vita dei miti. Infine sedevano gli ipocriti delle lezioncine morali. I sindaci hanno detto che non reinstalleranno quegli autovelox divelti e che «i cittadini vanno ascoltati». In questa vicenda ognuno si è tolto la maschera e ha vinto: il cittadino che cerca di farsi eroe mascherato per vendetta e i sindaci che si nascondono dietro i cavilli, le ordinanze e le competenze ballerine.

Abbattere un autovelox è diseducativo e tutto quel blablabla scontato e sacrosanto sentito per giorni di processo etico a Fleximan; se non fosse che davvero quando è troppo è troppo. Ma perché l’automobilista deve pagare tutto questo conto? Quanto costa oggi avere una macchina e usarla per andare a lavorare? Autovelox di ultima generazione (che magari la Pa non compra perché fa un accordo con l’azienda e “smezzano” il ricavato delle multe); e poi Ztl, area A, B, C; i parcheggi blu a pagamento; e le aree a 30 km/h. Per non dire delle tasse sulla macchina, l’assicurazione, la benzina... E le scuole guida o la motorizzazione, caselle del “Via” cui la carta “Imprevisti” ti spedisce quando sei a corto di punti o addirittura privo di patente. Fleximan è l’eroe disperato, l’eroe quotidianamente piccolo; è il cittadino che non viene ascoltato se non quando, dopo esser stato additato come vandalo, coram populo sbugiarda la norma ingiusta.

 

 

Cari sindaci, quanto pensate di guadagnare con il nostro uso di vetture? Si ha ancora il diritto e la libertà di entrare nelle città oppure entrarvi sarà come iscriversi a un costosissimo club? Ai soloni dell’educazione stradale, ricordiamo che per un Fleximan giustiziere degli automobilisti, ci sono tanti, tantissimi, troppi sindaci che si nascondono dietro la maschera dell’impedimento e della burocrazia quando tocca a loro - per esempio - risarcire il danno provocato dalle buche che non coprono. Le maschere infine non mancano alle assicurazioni, agli uffici competenti “ma non in questo caso”, alle imprese appaltatrici, agli azzeccagarbugli e via dicendo. Bastava giocare palla a terra per uscire dalla situazione: ascoltare i cittadini, tornare a riconoscerci tutti nei distinti ruoli nell’equilibrio dei compiti, dei diritti e dei doveri. Lo hanno fatto i sindaci, lo dovranno fare gli uffici. E lo dovremo fare anche noi che non abbiamo sempre ragione come invece pensiamo di avere tutte le volte che ci mettiamo alla guida e affrontiamo la peggior giungla.

 

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