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Pisa, ecco perché la polizia ha caricato i manifestanti

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Fabio Rubini
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La verità che emerge da una storia dipende sempre da chi la racconta. È successo così anche a Pisa, dove a guardare i video diffusi dai manifestanti, sembra che la polizia abbia avuto un impazzimento improvviso e si sia messa a distribuire randellate a destra e a manca senza un reale motivo. Poi c’è l’altra parte della storia, quella con al centro filmati che raccontano un’altra versione. Ed è di quest’ultima che vogliamo parlarvi.

In particolare di un filmato che girava ieri sui social nel quale si vede chiaramente come le cose sono andate realmente. Le immagini inquadrano ragazzi incappucciati che urlano insulti ai poliziotti. Qualcuno prova addirittura a spintonarli. Poi ce n’è un altro che sferra un calcio sullo scudo protettivo facendo perdere l’equilibrio a un agente. In contemporanea diversi altri ragazzi si protendono verso i poliziotti per cercare di forzare lo sbarramento. Uno su tutti, con un giaccone bianco e una cuffia nera, che cerca di sferrare un colpo verso i poliziotti. È solo a questo punto che il responsabile dà l’ordine della carica. Non prima.

Una versione, quella che si vede in quel video e che vi abbiamo raccontato, corroborata anche da una prima ricostruzione fatta da fonti vicine alla questura di Pisa, che nel riepilogare la vicenda, riferiscono di un corteo non autorizzato, anche perché nessuno aveva chiesto il permesso di farlo. Anzi, le forze dell’ordine hanno scoperto del corteo dai messaggi condivisi sui social. A quel punto i rappresentanti della Digos si sono messi in contatto con gli organizzatori che, però, non hanno voluto condividere informazioni né sui partecipanti né sul percorso.

 

Proprio su questi due elementi si concentra la ricostruzione dei fatti. Intanto i partecipanti: secondo la vulgata sarebbero stati poveri e indifesi studenti minorenni che, scossi dalle immagini provenienti da Gaza, avrebbero deciso di scendere in piazza per manifestare per la pace. Dalle immagini - anche quelle fatte dalle forze dell’ordine - si evice chiaramente la presenza oltre che di studenti delle scuole superiori, anche di studenti universitari appartenenti al Collettivo Universitario Antagonista, elementi del collettivo “Cambiare rotta” e del centro sociale pisano “Nevroz”. Insomma i soliti “bravi ragazzi” della sinistra antagonista tutta spranghe e sassaiole.

 

Passando al percorso, secondo fonti vicine alla questura pisana, agli agenti è parso subito chiaro che il tentativo dei più facinorosi era quello di dirigersi verso l’area turistica di Piazza dei Miracoli ove sorge anche il cimitero ebraico, già finito nel mirino dei centri sociali lo scorso novembre. Una volta confermate le intenzioni dei manifestanti, i dirigenti della Digos hanno cercato un’ulteriore mediazione che non è andata a buon fine a causa dell’assoluta chiusura, riferiscono i presenti, «delle diverse anime della manifestazione». Solo a questo punto le forze dell’ordine hanno ordinato un cordone per evitare che il corteo deviasse. Per contro riferiscono ancora fonti vicine alla questura - il blocco dei manifestanti guidati dall’ala più radicale dei collettivi, per almeno dieci minuti ha fonteggiato in maniera aggressiva le forze dell’ordine.

Quello che è successo dopo si vede nel video che abbiamo citato all’inizio e cioè che la pressione dei manifestanti si è trasformata in un tentativo violento di forzare il blocco. Ed è a quel punto che è scattata la breve carica di alleggerimento, che ha consentito di impedire la deviazione del corteo. Un’azione durata pochi secondi al termine della quale i partecipanti hanno potuto proseguire e concludere la manifestazione nei pressi dell’Università di Pisa. Ultima notazione: il polverone sulla presunta aggressione agli studenti è terminata con 5 manifestanti (di cui due minorenni) medicati per lesioni lievi e due funzionari di polizia finiti all’ospedale. Eccola qui l’altra verità degli scontri di Pisa. Con i sindacati delle forze di polizia a difendere gli agenti, spiegando che è «inaccettabile che una manifestazione contro la guerra venga utilizzata come scusa per commettere violenze». 

Intanto le immagini di cui abbiamo parlato «sono al vaglio della procura», come ha rivelato l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi. Parallelamente l’eco mediatica della vicenda ha fatto scattare anche indagini interne alla polizia, come ha confermato in serata il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, intervistato dal Tg1: «Alcune iniziative dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza». Pisani ha poi chiarito che «indubbiamente il conflitto israelo-palestinese ha inciso nella gestione dell’ordine pubblico in termini di intensità per l’impiego del personale delle forze di polizia», ma ha pure rivendicato il fatto che a differenza di altri Paesi europei, qui in Italia «nessuna manifestazione è stata mai vietata, anche quelle più radicali». Infine ha confermato che «dietro le scelte di ordine pubblico non vi è alcun tipo di decisione o linea politica». 

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