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L'Aria che Tira, l'italiano Amedeo Avondet: "Gli agenti ucraini vogliono uccidermi"

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È uno dei più accesi sostenitori di Vladimir Putin in Italia. Amedeo Avondet è il fondatore di “Italia Unita”, costola nel nostro Paese di “Russia Unita”, partito del presidente russo Putin. Ma, poco più che 20enne, è diventato un caso nazionale per essere stato il primo a dare la notizia della morte di Maxim Kuzminov, disertore russo deceduto in Spagna in circostanze ancora da chiarire.

Sul sito Il Corrispondente, in cui non è riportato neppure il nome del direttore responsabile, il giovane aveva pubblicato un articolo dal titolo inquietante: “I traditori non vivono a lungo”. Nel pezzo, i dettagli sull'identità del pilota morto ad Alicante che fino a quel momento era ignota a tutte le testate spagnole e non. La difesa del ragazzo era stata che il contenuto del testo da realizzare gli era stato commissionato su Telegram. L’aveva scritto e poi lo avevano pagato. Tutto, ovviamente, senza fare nomi.

 

 

 

Considerato fra i massimi esponenti della propaganda russa in Italia, Avondet dice ora di essere in Russia. Il motivo è la paura. Intervenuto a L’Aria Che Tira, Avondet ha spiegato: “Per motivi di sicurezza non posso mai definire la mia reale posizione perché gli ucraini ci tengo a uccidere chi definiscono propagandisti russi. Lo stesso Zelensky ha detto che stilerà delle liste. La stampa tedesca ha detto che, per via del sito che ha svelato la morte del dissidente, gli ucraini vogliono uccidermi”. Parole forti che non hanno lasciato indifferente David Parenzo che stava conducendo la puntata.

 

"Gli agenti ucraini vogliono uccidermi". Guarda il video di Avondet a L'aria che tira

 

Ma il giovane militante russo non ha fatto passi indietro e anzi ha rilanciato la sua versione dei fatti: “Purtroppo il presidente Putin ha concesso 8 milioni di cittadinanze a ucraini fra rifugiati e quelli delle cosiddette nuove regioni, è pieno agenti ucraini. Nel nord di Mosca degli agenti ucraini hanno tirato delle molotov alla sede di Russia Unita. Mi sento in pericolo”.

 

 

 

 

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