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Anan Yaeesh pianificava attentati in Italia? I giudici dicono "no" all'estradizione

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I giudici dicono "no" all'estradizione in Israele di Anan Yaeesh, palestinese che si trova ora in carcere a Terni. Si tratta di uno quattro uomini colpiti lunedì da un'ordinanza del gip distrettuale dell'Aquila su richiesta della Procura de L'Aquila. Gli arrestati, spiegava la Polizia, facevano opera di proselitismo e propaganda per un'associazione con finalità terroristiche e pianificavano attentai, "anche suicidari", contro obiettivi civili e militari in territorio italiano ed estero.

Ora, il "no" all'estradizione, la cui richiesta era già pendente poiché Yaeesh si trovava già in carcere prima della nuova richiesta di custodia cautelare. Il "no" arriva dalla Corte di Appello di L'Aquila dopo un'istanza presentata dal difensore Flavio Rossi Albertini. Secondo le toghe, "non si configurano le condizioni per una sentenza favorevole all'estrazione" in Israele "in quanto il detenuto è sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti oggetto della richiesta di estradizione nell'ambito di un procedimento promosso dalla procura di L'Aquila" per il reato di terrorismo". 

E ancora, secondo i magistrati, "vi è motivo di ritenere che Anan, qualora estradato nello Stato di Israele, possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani, o comunque ad atti che configurano la violazione di uno dei diritti umani della persona, evincendosi tale rischio dalle relazioni, presentati dalla difesa, di organizzazioni non governative ritenute affidabili sul piano internazionale". 

Infine, i giudici della Corte d'Appello sottolineano che "nelle relazioni si fa riferimento a condizioni di detenzione nelle carceri Israeliane oltremodo penose per i cittadini palestinesi, caratterizzate da sovraffollamento, violenze fisiche, condizioni di scarsa igiene e di mancata assistenza sanitaria, ulteriormente peggiorate in concomitanza con il conflitto armato attualmente in corso, concludono nel rigettare la richiesta di estradizione.

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