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Suviana, l'ultimo sms prima dell'inferno: "Stiamo finendo, ora il collaudo e poi a casa"

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 Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase. Sono i nomi delle tre vittime accertate dell’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana. Un dramma che ancora non conosce la parola fine. Infatti risultano ancora dispersi e si cerca di raggiungere la profondità per salvare chi sta ancora combattendo contro la morte.

Dopo l'esplosione, secondo quanto riportano i vigili del fuoco e i soccorritori sul posto, si sarebbe verificato un cedimento strutturale che rende difficoltoso il tentativo di riportare su i dispersi. Come è noto lo scoppio è avvenuto durante la messa di prova in esercizio, che doveva precedere il vero e proprio collaudo. Una intera comunità sotto choc. E nelle stanze dei b&b dove gli operai soggiornavano nessuno ha il coraggio di toccare nulla. Si spera ancora in un miracolo, in un ritorno a casa.

Come riporta il Messaggero, per ora i messaggi su Whatsapp sul cellulare di uno dei dispersi non risultano consegnati: succede quando il cellulare è spento o non ha segnale. Uno dei dispersi era tornato da pochi giorni. Aveva raccontato in albergo: "Dopo un anno e mezzo, questa settimana dovremmo finire. In queste ore faremo il collaudo delle turbine e poi tornerò a casa". Purtroppo le cose sono andate in modo diverso. Simone Carpi, che gestisce il ristorante La Piazzetta dove pranzavano gli operai, dice di aver sentito un boato prima del fumo: "Verso le 15 si è sentito un gran boato e si è alzato un fumo enorme. Tra il ristorante e la centrale il dislivello non è piccolo e nonostante questa distanza l’aria per qualche minuti è diventata irrespirabile. Abbiamo capito subito che c’era un problema nell’impianto, ma fino all’ultimo abbiamo sperato non fosse successo nulla di grave. Quando abbiamo iniziato a sentire le sirene abbiamo capito che, purtroppo, eravamo davanti a qualcosa di molto serio. Poi abbiamo saputo dei dispersi, ma con l’arrivo degli elicotteri abbiamo capito che questa era una formula dettata dalla prudenza ma la situazione era più grave". L'inferno era appena cominciato. 

 

 

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