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Piero Fassino? Le origini della parola "profumo": magari gli passerà la voglia di intascarseli...

Massimo Arcangeli
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Profumo, attestato per la prima volta nella seconda metà del ’400 in un poema in ottave (il Morgante, capolavoro di Luigi Pulci), è un vocabolo un po’ misterioso. Se la sua relazione etimologica con fumo è indubbia, non altrettanto chiara è la sua origine. La forma toscana più antica della parola (profumico) suggerisce comunque un legame con una voce veneziana (profumego, sempre il profumo) rapportabile ai verbi latini fumigare, “fumare”, “affumicare”, “emettere fumi odorosi”, ecc., e suffumigare, “esporre a suffumigi”. Se questa ricostruzione è giusta, e parrebbe esserlo, i profumi di un tempo dovevano allora consistere in suffumigi odorosi.

L’olfatto, insieme al gusto, è il nostro senso più primitivo, sebbene non molto più antico dell’instaurazione di una rete di fitti rapporti fra il tatto e lo stesso gusto. La capacità di assaporare qualcosa appare così quasi un ponte fra annusamenti e palpeggiamenti, la chiave di volta della nostra stessa esistenza che precede il pensiero. Ultimamente però una ragione divenuta ingombrante, e accusata di aver svuotato di senso la corporeità, pretendebbe di ridurre al silenzio sia la capacità di sentire i veri sapori, e la volontà di sperimentarne di nuovi, sia, con l’eccesso di pratiche igieniche e l’abuso di deodoranti o antitraspiranti, la capacità di avvertire gli odori. 

 

Qualcuno dovrebbe farlo sapere a Piero Fassino. Magari gli passerà la voglia di intascarsi profumi in aeroporto (ma c’è un’indagine in corso), e, con questa, anche la voglia di rigirare la frittata. Il 5 maggio 2014 negò da sindaco di Torino, smentito da un filmato, di aver drizzato il dito medio all’ex stadio Filadelfia davanti ad alcuni tifosi granata che lo avevano sbeffeggiato per la sua fede juventina; intervistato, aveva detto (quel dito l’aveva alzato per giunta due volte): «Ma figuriamoci. Ho fatto una battuta rivolto a chi urlava dicendomi gobbo di merda». Il 2 agosto 2023 negò di essere retribuito “profumatamente”, esibendo alla Camera il suo cedolino da parlamentare del luglio precedente, di 4.718 euro al mese, ma omettendo di aggiungere alla sua indennità netta la diaria e i rimborsi vari. Totale mensile potenziale: 13.000 euro circa.

 

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