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Congresso di filosofia a Roma: Hegel e Platone? No, parlando di gender e femminismo

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Dal primo all’otto agosto il Campus della Sapienza ospiterà a Roma il XXV Congresso Mondiale di Filosofia. Il primo di questi congressi si svolse a Parigi nel 1900, in occasione dell’Esposizione Universale. Se si scorre l’elenco dei partecipanti si rimane impressionati: da Bergson a Blondel, da Poincaré a Peano e a Russell, tutti nomi che sono ormai dei classici del pensiero.

Per tutto il periodo che va dai primi anni del secolo scorso alla seconda guerra mondiale, i Congressi di filosofia raccolsero attorno a sé la migliore intellettualità esistente, costituendo una sorta di “repubblica delle lettere” che fungeva da esempio, per spessore culturale e dirittura morale, alle generazioni colte di tutto il mondo. Non che questi incontri fossero delle ireniche palestre volte a smussare gli angoli delle grandi polemiche intellettuali. Si pensi, ad esmpio, che, nel Congresso di Bologna del 1911, ci fu uno scontro furibondo fra filosofi di formazione scientifica o positivista, capitanati da Enriques, e il fronte degli idealisti, capeggiato da Croce. Ma d’altronde, la polemica è il sale stesso della filosofia, e in genere della cultura, che non dà nulla per assodato e designa i “vincitori” attraverso la forza logica con cui riescono ad argomentare le proprie convinzioni, smontando quelle degli avversari (...)

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