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Pioltello, l'Istituto conferma i giorni di chiusura per il Ramadan

Gigia Pizzullo
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Del resto c’era da aspettarselo. Dopo il grande clamore dello scorso anno, e l’aver vinto la propria piccola battaglia più su una provocazione ideologica che su un reale servizio alla collettività islamica, anche il prossimo anno scolastico la scuola Iqbal Masih di Pioltello, nell’hinterland milanese, riconferma la chiusura in occasione della festa del Eid el Fitr. Il 31 marzo la locale scuola pubblica italiana chiude per ramadan. Per l’esattezza la ricorrenza dovrebbe essere il 29 marzo ma, non essendo ancora possibile definirlo e dovendo stabilire una festività, hanno deciso di farla il lunedì successivo.

La scelta, ça va sans dir, è stata motivata dall'alta percentuale di alunni stranieri del Marocco, dell’Egitto e del Pakistan che frequentano l’istituto comprensivo. Inutile aggiungere che le polemiche non si sono fatte attendere. In primis le famiglie che non condividono la scelta del Consiglio Scolastico.

 

 

 

Sui social e nei gruppi whatsapp dei genitori divampano discussioni contro chi vuole farli sottostare a chiusure che non rientrano nelle tradizioni popolari del Belpaese. Il preside, che si dice lungimirante e fortemente propenso all’inclusione, avrebbe dovuto fare un ragionamento più profondo sulla questione, visto il clamore dello scorso anno avrebbe potuto indire un incontro pubblico per smorzare gli animi e spiegare le sue ragioni a chi non le condivideva, evitando di trasformarla in una lotta partitica, quale è sempre stata ma sotto le mentite spoglie dell’integrazione. Invece il Consiglio d’Istituto ha deciso, arbitrariamente, senza un coinvolgimento democratico. Della serie “Così è se vi pare”.

«Credo che con questa vicenda gli insegnanti in questione stiano sfruttando il loro ruolo di istruttori per far propaganda politica», dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed exvice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi, Riccardo De Corato, «Quest’ultima si fa altrove e non nelle scuole! Una simile decisione dovrebbe essere presa e discussa nelle opportune sedi politiche quali la Regione e il Parlamento».

«La conferma dimostra l’ormai sempre più evidente islamizzazione nelle nostre scuole. Una scelta sbagliata perché impone un’integrazione al contrario costringendo tutti gli studenti, anche di fedi diverse, a stare a casa per una festa religiosa che non ci appartiene», aggiunge l’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone, «Scelte incomprensibili figlie di un buonismo ottuso, che portano poi tantissimi altri istituti a togliere i crocifissi dalle aule, a cancellare presepi, alberi natalizi e altro ancora. È una deriva pericolosa che dimostra, tra l’altro, che lo ius scholae non serve: se invece di integrare insegna a dimenticare la nostra cultura a favore di altre religioni non aiuta un percorso coerente con i nostri valori verso la cittadinanza. In certi istituti», conclude Sardone, «con il supporto di amministrazioni di sinistra, si spinge verso un modello multietnico che calpesta la nostra identità.

Un modello sbagliato e pericoloso come dimostrato dai fallimenti di inclusione in Paesi come Francia, Belgio e Germania». Ovviamente felice dell’iniziativa la sindaca rossa del comune milanese, Ivonne Cosciotti, che parla di «Scelte in linea con lo scorso anno. Una decisione presa all’unanimità dal Consiglio d'Istituto. Noi attendiamo che, come ci aveva detto, arrivi anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara». Eppure ci sono Paesi come la Francia, dove la religione musulmana è seconda dopo la cattolica, che non chiudono per il Ramadan. L’anno scolastico non è ancora iniziato ma quanto accade a Pioltello segna un precedente a cui, probabilmente, seguiranno altri casi. È l’ora di fare chiarezza e mettere dei punti fermi prima che qualcuno trasformi il Natale nella festa d’inverno.

 

 

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