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Sharon Verzeni, Emi Bondi: "Raptus? Non è detto che sia la verità"

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L'assassino di Sharon Verzeni, Moussa Sangare, dice di aver avuto raptus e mentre il suo legale inizia a parlare di problemi psichiatrici da verificare, la Società italiana di psichiatria ci tiene a precisare a Il Giornale alcune questioni. 

Il killer della giovane barista di Terno d'Isola è uscito di casa con quattro coltelli in tasca con il chiaro intento di fare del male a qualcuno. Parlare dunque di problemi psichici per la presidente Emi Bondi è "troppo presto per dirlo.

 

 

 

La malattia mentale raramente esordisce con un omicidio. Ha una serie di sintomi preliminari, di segnali che ci sono prima ed hanno un loro decorso che raramente porta a comportamenti aggressivi". Per la professionista non bisogna affrettarsi e non bisogna "mai fermarsi all’apparenza e alle dichiarazioni rese al momento dell’arresto". Per la Bondi la versione del raptus "non è detto sia la verità. Abbiamo troppa fretta di dare un nome alle cose, ci serve per esorcizzare una realtà altrimenti inaccettabile".

Secondo la presidente "dietro quello che lui chiama raptus ci possono essere tante motivazioni che lui nasconde a se stesso, che molto probabilmente non sa descrivere da solo. Motivazioni distorte dalla sua mente ma presenti. Sicuramente ha manifestato frustrazione, repressione, rabbia, senza essere capace di controllare le sue pulsioni emotive". Oppure il killer "è semplicemente una persona abituata a usare il linguaggio della violenza, come pare abbia già fatto con i suoi comportamenti aggressivi nei confronti della madre e della sorella. Capiremo qualcosa di più dopo la perizia psichiatrica".

 

 


 

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