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Pro Pal a Roma, la furia dei poliziotti: "Questo è terrorismo, adesso pene più severe"

Tommaso Montesano
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Adesso l’attenzione si sposta sul “ddl sicurezza”. A maggior ragione dopo le aggressioni, e la guerriglia urbana, che le Forze dell’ordine sono state costrette a fronteggiare a Roma pagando, ancora una volta, un prezzo altissimo (una trentina le divise ferite, alcune con dieci giorni di prognosi). «Apprezziamo l’attenzione, ma alle parole seguano i fatti», mette a verbale Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di polizia (Mosap). Laddove i «fatti», appunto, sono la rapida approvazione, senza modifiche, del disegno di legge sulla sicurezza che prevede «pene più severe per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché aggravanti per chi procura lesioni gravi» e si rende responsabile di danneggiamento, come ricorda Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap).

APPUNTAMENTO AL SENATO

Ecco, quel testo- contro il quale il “campo largo” si era ritrovato in piazza poche settimane fa - ha ottenuto il disco verde della Camera e da domani sarà all’attenzione delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato (in calendario le prime audizioni). Il rischio è che, in presenza di modifiche, il provvedimento torni a Montecitorio per la terza lettura rimandando l’entrata in vigore di misure che, alla luce di quanto accaduto nella Capitale, per gli operatori delle Forze dell’ordine sono più necessarie che mai. «Abbiamo bisogno di più strumenti, e più tutele, per lavorare meglio e in sicurezza», aggiunge Conestà.

Soprattutto perché alle porte ci sono altri appuntamenti potenzialmente pericolosi. Su tutti, l’adunata sindacale del 19 ottobre a Roma contro le politiche sociali del governo Meloni e le tante iniziative spontanee in rampa di lancio. «A questo punto la mobilitazione per la Palestina e contro i bombardamenti sul Libano va rilanciata immediatamente, anche sulla spinta dimostrata dalla volontà e determinazione politica e popolare dimostrata oggi in piazza», si legge ad esempio sul giornale comunista on line contropiano.org.

 

 

 

Dalla maggioranza filtra l’intenzione di serrare i ranghi ed evitare rallentamenti, ma i sindacati delle divise non vogliono correre rischi. Da qui l’appello alla maggioranza. «Chiediamo che il ddl sicurezza, già approvato alla Camera, riceva al più presto l’ok del Senato», è la richiesta di Paoloni. I rappresentanti degli agenti sono ancora scossi per quanto accaduto a Roma. «Molti di noi sono stati colpiti brutalmente», dice Conestà. Enzo Letizia, segretario generale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp), rivela che «un funzionario della Digos ha subìto «una frattura del bacino a causa dell’aggressione. Atto vile e inaccettabile». Sulle chat interne scorrono le immagini della violenza di sabato scorso, con caschi in frantumi, mezzi danneggiati ed assalitori scatenati. «Si è trattato di vero e proprio terrorismo di piazza che andrebbe punito in quanto tale». Di più, di «una vera e propria dichiarazione di guerra. Chi non osserva le regole e oltretutto usa violenza contro chi rappresenta lo Stato non può cavarsela con una semplice denuncia, ma deve finire in carcere», sostiene il numero uno del Mosap. Che aggiunge: «Non parliamo di di infrazioni o reati minori, bensì di criminali veri e propri».

Conestà ha apprezzato le parole della premier Giorgia Meloni - che nella serata di sabato ha espresso «piena solidarietà» alle Forze dell’ordine- ma adesso si aspetta il passo decisivo in Parlamento con l’approvazione di «norme stringenti che prevedano il carcere per i violenti». E con lui gli altri rappresentanti degli agenti. «E chi non condanna quanto accaduto è complice», rincara la dose Paoloni. Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, rivela che «sotto le auto e i blindati della Polizia sono state tirate molotov allo scopo di dar fuoco ai veicoli e gli incendi sono stati spenti con gli estintori di bordo o con mezzi di fortuna». Una circostanza che rafforza la decisione del ministero dell’Interno di vietare il corteo proprio per la certezza di un attacco preordinato alle Forze di polizia.

 

 

 

«PIAZZE INFUOCATE»

«Al pari del rischio attentati, ci preoccupa il fanatismo ideologico dei professionisti del disordine del nostro Paese che stanno cercando di infuocare le piazze con ogni mezzo», lancia l’allarme Felice Romano, segretario generale del Siulp, il sindacato maggioritario del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. E la nota firmata ieri dai Carc - i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo lo conferma: «Ogni lotta, mobilitazione, vertenza e iniziativa contro il governo Meloni e le larghe intese deve sempre più diventare un problema d’ordine pubblico e quindi un problema politico. Questa la via da perseguire nell’autunno caldo che si preannuncia rovente».

 

 

 

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