Ieri, alla vigilia del Conclave, è scoppiato il caso John Njue. L’arcivescovo emerito di Nairobi ha denunciato a un quotidiano locale di non essere stato invitato a prendere parte alle votazioni per eleggere il nuovo Papa. «Sinceramente non so perché sono stato escluso dal conclave, non capisco il motivo», ha detto, aggiungendo che «coloro che si recano lì per l'elezione ricevono solitamente inviti ufficiali e questo non è avvenuto nel mio caso».
Una versione prontamente smentita dal capo della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, che ha spiegato come «i cardinali elettori non hanno bisogno di un invito per il conclave, sono ammessi de iure». Non solo: è stato chiarito che «in alcuni casi viene fatta una verifica, dal cardinale decano attraverso la Nunziatura» per verificare le condizioni dei cardinali e la loro possibilità di essere presenti in Vaticano. «In questo caso è stata fatta ed è stato risposto negativamente». A confermare questa versione è stata anche la Chiesa cattolica di Nairobi spiegando che «sebbene abbia i requisiti per partecipare e sia stato ufficialmente invitato, a causa delle sue attuali condizioni di salute non potrà recarsi a Roma».
Conclave, il cardinale Kikuchi: "Forse un peso lo hanno i soldi"
Che il conto alla rovescia abbia inizio. Domani, mercoledì 7 maggio, i 133 cardinali elettori si riuniranno ...Una nota smentita dallo stesso Njue che ha chiarito: «Non sono malato, non so perché sono stato escluso dal conclave». Un grande giallo che si aggiunge all’altra polemica attorno al nome di Njue: alcuni mesi fa il cardinale aveva cambiato la sua data di nascita, spostando le lancette biologiche dal 1944 al 1946. Questa mossa, giustificata da presunte imprecisioni dell’anagrafe di Nairobi, gli avrebbe consentito di votare il nuovo Pontefice avendo meno di 80 anni.