Il Festival sull'aborto negli spazi della provincia rossa: esplode il caso

La tre giorni sulla Igv delle neo femministe, tra mappature degli obiettori e slogan su machismo e patriarcato. Il tutto condito da piatti vegani e gadget a tema
di Giorgia Petanilunedì 12 maggio 2025
Il Festival sull'aborto negli spazi della provincia rossa: esplode il caso
3' di lettura


Premessa d’obbligo. In Italia, dal 1978, in base alla legge 194, ogni donna ha la possibilità di richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni di gestazione, e può farlo per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Da allora nulla è cambiato, se non che c’è chi continua, ostinatamente, a vedere fantasmi e spettri del passato ovunque.

Ne è un esempio lampante il “Festival sull’aborto” in corso fino a stasera a Pisa, presso la Casa delle Donne, un’associazione femminista e di promozione sociale, senza scopo di lucro, fondata a Pisa nel 1996 e attiva fin dal 1990. Lo spazio - evidenziamo - è di proprietà della provincia di Pisa, concessa all’associazione «in comodato gratuito con convenzione quinquennale» in questo caso, rinnovato dal presidente della provincia di Pisa del Pd, Massimiliano Angori. Alcuni degli eventi in rassegna si sono svolti anche all’Exploit, uno spazio occupato e autogestito aperto dal 2013. Insomma, il circolino è sempre quello: lotta al machismo, al razzismo e così via... (Insieme all’Assemblea Precaria di Pisa, Exploit ha organizzato per domani lo sciopero del patriarcato, una camminata collettiva verso piazza Dante dove alle 10.30 si terrà un’assemblea cittadina). A organizzare l’evento è invece Obiezione Respinta, «un progetto transfemminista che nasce con l’intento di mappare l’obiezione di coscienza in Italia»; la realtà fa inoltre parte «della rete nazionale di Non Una di Meno», si legge sul loro sito web. Ma cosa prevede il grande Festival sull’aborto?

Il calendario è ricco di assemblee, laboratori e incontri davvero particolari che però poco sembrano c’entrare con un tema così complesso e delicato che - ricordiamo riguarda tutte le donne, anche quelle che, da una narrazione dell’interruzione di gravidanza così festosa e goliardica, potrebbero rimanere turbate se non offese. E poi ci sarebbe da capire esattamente il nesso tra la Ivg e «la giustizia riproduttiva anticoloniale: aborto e genocidio».

Un nome, quello del talk andato in scena il giorno dell’apertura, che sembra più un slogan politico che un invito ad approfondire il tema dell’aborto. Per oggi alle 15 è previsto invece un laboratorio sulle «microaggressioni e macroevidenze: un percorso tra razza e razzismo».

Il tutto è accompagnato da pranzi e cene vegane preparati dal rifugio antispecista Ippoasi. E dunque non c’è da stupirsi se nella descrizione dell’evento compare un attacco al Carroccio.
Sui social di Obiezione Respinta si legge: «In una società in cui tutto viene monetizzato e in una città come Pisa, dove negli anni abbiamo visto sgomberare la Limonaia zona o il Teatro Rossi, che offrivano cultura gratuita, organizzare iniziative culturali alla portata economica di tutti e tutte è un atto politico, soprattutto quando in amministrazione leghista si lavora da anni per espellere dal centro storico chi non sia un turista con il portafoglio pieno».

Insomma, più che una tre giorni sul tema aborto, sembra l’ennesima scusa per divulgare la solita propaganda woke, soprattutto guardando i gadget in vendita. Durante il festival è stato allestito uno stand che oltre a spille, maglie, borse e adesivi ha messo in vendita cappellini e magliette con su scritto: “I Love abortion pills”, ossia “io amo la pillola abortiva”. Le femministe più radicali, forse accecate dalla bramosia di combattere contro i mulini a vento, sono arrivate a pubblicizzare persino un farmaco. Poco importa che nel nostro Paese negli ultimi sei anni la vendita di profilattici nelle farmacie è calata del 26% e che, sulla base degli ultimi dati del ministero della Salute, su 13.973 universitari il 22% dichiara di aver avuto rapporti occasionali non protetti.

Le nostre femministe sembrano inoltre dimenticare che la pillola del giorno dopo non è un sostitutivo della pillola anticoncezionale o del preservativo, ma solo un rimedio di emergenza contro le gravidanze indesiderate. Proprio ieri, per la manifestazione per la vita a Roma, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha parlato della crisi demografica in Italia ricordando che il calo delle nascite e l’invecchiamento «rendono sempre più insostenibile il sistema pensionistico e sanitario».

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