Chiara Poggi e "la caviglia abrasa": cosa emerge soltanto ora

Rita Preda, la mamma della vittima, aveva parlato di “una lieve abrasione ad una caviglia, di 3-4 cm". Il dettaglio confermato da Stasi riapre nuovi scenari
di Roberto Tortoragiovedì 29 maggio 2025
Chiara Poggi e "la caviglia abrasa": cosa emerge soltanto ora
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Come nelle serie tv o nei podcast crime di maggior successo, siamo all’ennesima puntata su Garlasco. L’attenzione, ora, come sottolinea Repubblica, è tutta sul santuario Madonna della Bozzola, un luogo ben presente nelle carte del processo già dal primo fascicolo. Chiara Poggi e Alberto Stasi ci andarono nell’aprile 2007 per la festa di primavera. Ne parlò lo stesso Alberto Stasi alla pm Rosa Muscio, lo confermò più tardi Rita Preda, la mamma della vittima, aggiungendo che Chiara quella sera tornò con “una lieve abrasione ad una caviglia, di 3-4 cm al massimo, tanto che non presentava la fuoriuscita di sangue ma solo un arrossamento”. Un elemento cavalcato dalla difesa per giustificare il dna di Chiara sui pedali della bici di Stasi. L’accusa, invece, sostiene che lì ci fosse del sangue e che i pedali vennero cambiati, mentre la bici nera non venne mai sequestrata. Nella condanna a Stasi, però, quel particolare ha avuto rilievo.

All’epoca dei fatti, il rettore del santuario era Don Gregorio Vitali, divenuto poi oggetto di scandalo sessuale per un ricatto subìto da due rumeni che gli chiesero 250mila euro per non diffondere video compromettenti del prelato. Era il 2014 e, tra le testimonianze in mano ai carabinieri, c’è quella di un sacerdote della Diocesi di Vigevano che racconta: “Nel settembre del 2006 venni a sapere che presso il Santuario, già all’epoca retta da Padre Gregorio, vi erano degli incontri sessuali. Un suo amico, maggiorenne, si recava spesso al Santuario e riceveva delle somme di denaro in cambio di prestazioni sessuali”. Il sacerdote denunciò la cosa solo al vescovo dell’epoca, ma questi “non attivò nessun tipo di accertamento”. Oggi le bocche sono ancora cucite, anche quella di don Fabio Bonacossa, 44anni di Garlasco, a Madonna della Bozzola dal Febbraio del 2024: “Parlo solo di cose serie, non dell’attività onirica delle persone. Qui cerchiamo di fare bene il nostro lavoro, che nel nostro caso è una missione. Ho sentito dire e ho letto cose assurde, persino che la povera Chiara frequentava il nostro oratorio. Ma ci rendiamo conto?”. Massimo Lovati, l’avvocato di Sempio, parla intanto attraverso i sogni: “È stato un sicario, è stata la Chiesa, Stasi sa ma non può parlare”. Anche se Chiara conobbe il “suo” Alberto all’oratorio di Garlasco, entrambi erano animatori del Grest, non si vedevano certo a messa. 

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L'ingegner Roberto Porta, consulente del gup Stefano Vitelli nel processo di primo grado ricorda: “Anche sul computer di Chiara, così come per Stasi, furono fatti ripetuti e devastanti accessi fino al 28 agosto. Di recente ho fatto un carving, una ricerca di file ancora leggibili, sia sul computer della sua stanza che sulla usb ritrovata accanto alla tv. E qualcosa sta venendo fuori. Vediamo”. Torna in auge il famoso file “Abusati500.doc”, creato da Chiara Poggi l’8 giugno e modificato l’ultima volta quattro giorni dopo su chiavetta. Conteneva un articolo di Concita De Gregorio intitolato “La mala educación” e storie di abusi sessuali da parte di preti statunitensi, prese dal web”. Sono state ritrovate anche due immagini, una del Santuario della Bozzola scaricata dalla sezione Turismo del sito della Provincia di Pavia alle 11.06 del 26 luglio 2007, e una analoga alle 15.41 del primo agosto. Di giovedì e mercoledì, in orari in cui Chiara era al lavoro a Milano (andò in ferie il 6). Chi le scaricò? Alla prossima puntata di una serie lunghissima, 18 anni.

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