Se davanti a un disastro si pensa solo a fare un selfie

L'albero crollato a Venezia ha provocato decine di feriti. Ma in Laguna c'è altro per cui spaventarsi
di Francesco Storacemartedì 3 giugno 2025
Se davanti a un disastro si pensa solo a fare un selfie
3' di lettura

Deve essersi trasformato assai il turismo a Venezia. Ora si importano cafoni. Cade un grande albero in città, si abbatte su una decina di persone, tra questi feriti una donna in maniera abbastanza grave, e loro che facevano? Con grande freddezza frugavano nel borsello, prendevano il cellulare e dai a scattare fotografie di quanto vedevano.

Quasi con eccitazione. Perché cercavano il ricordino da riportare in patria o nella loro casa chissà dove, il cimelio di una guerra non dichiarata, il selfie del terzo millennio. Ma si può, di fronte ad una disgrazia del genere, che forse per un miracolo non ha provocato morti anche se c’è ancora chi sta davvero malconcia, pensare all’esibizione di un trofeo magari da sventolare via social? Turisti o zulù?
Poi rifletti e pensi che di zulù su facebook magari non se ne trovano, almeno di quelli originali, a meno che non si tratti di “umani” debitamente acconciati a specie senza senso civico. Incoscienti senza morale.

Eppure, c’è stato da spaventarsi in laguna. Perché quel grosso albero caduto improvvisamente sulla folla, ha scatenato la paura, gente che correva, ambulanze che si facevano sentire a suon di sirena, urla a corredo. E quella povera donna, con le sue due bambine, si è trovata proprio su un muretto, dove era seduta sotto l’albero al momento del crollo: travolta in pieno. Ha rischiato di rimetterci la vita mentre era felice con le figlie, e chissà se si salva per davvero. E c’era gente che stava andando a festeggiare per un matrimonio...

La cosa peggiore non era ancora capitata però dopo il gran botto provocato dall’albero crollato. Mentre la donna veniva trasportata all’ospedale di Mestre e i vari feriti distribuiti presso altre strutture sanitarie, eccoli lì, i testimoni in bermuda pronti a far vedere agli “amici” social quello che avevano visto. I feriti, l’albero caduto, il sangue in strada, e se stessi immortalati come eroi da quattro soldi.
Poliziotti e vigili urbani sono dovuti intervenire – oltre a tutto quello che avevano da fare – per allontanarli e garantire il rispetto e la sicurezza dell’area. E chissà se hanno ricevuto la ramanzina meritata i “turisti” che magari avranno dimenticato di fotografare i luoghi più belli di Venezia ma sono riusciti nell’impresa di immortalare un momento davvero brutto e triste. E ancora, chissà che sono stati costretti almeno a cancellare quelle fotografie, e non poter mostrare il bottino sui social. Perché sono le cose più deplorevoli – certo, tra le tante – che si possa essere fieri di pubblicare. Persone ferite e sicuramente non per loro colpa non sono da mostrare in giro. Se un albero cade e ti vai a fare un selfie attorno a ciò che rimane, vuol dire che non stai bene di testa, non ti rendi conto che rischi anche di intralciare i soccorsi.

Saranno pure turisti, ma non è una medaglia per fare come ci pare andando a zonzo per una delle città più belle del mondo. Se proprio ti devi impicciare, in certi casi ti avvicini a chi è stato investito dall’albero e gli chiedi come sta, altro che armeggiare con l’i-phone...