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Sigilli allo yacht di Briatore e l'equipaggio protesta

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Manifestazione davanti al tribunale di Genova: "Noi condannati senza colpa, ridateci il nostro lavoro"

Eleonora Crisafulli
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"Ridateci il nostro lavoro!", "Noi condannati senza colpa!", "Noi vogliamo lavorare". Queste frasi si leggevano stamani sui cartelli esposti dai membri dell'equipaggio dello yacht di Flavio Briatore, riuniti in protesta davanti al  tribunale di Genova. Da quando, il 20 maggio scorso, la "Force Blue" dell'imprenditore è stata sequestrata al largo delle coste liguri, i 21 dipendenti della società titolare della nave si sono ritrovati senza lavoro. Come riferito dal comandante Ferdinando Tarquini, "la Autumn Sailing Limited ha fatto tutto il possibile per dare le dovute garanzie al pm Walter Cotugno per poter continuare a lavorare". L'imbarcazione avrebbe già vari contratti di chartering che il sequestro cautelativo però non consentirebbe di onorare. Lo yacth è stato sequestrato dalla Guardia di finanza per un'ipotesi di contrabbando e il mancato pagamento dei dazi doganali e delle accise sul carburante. Secondo le accuse mosse, la società delle Isole Vergini, proprietaria dello yacht battente bandiera delle isole Cayman, noleggiando la Force Blue a un cittadino comunitario è incorsa nel reato di contrabbando. E l'uso dell'imbarcazione concretizza l'ipotesi di evasione dall'imposta che andava versata al momento dell'ingresso nelle acque dell'Unione europea. Stando alle dichiarazioni di Tarquini, da giovedì la "Force Blue" passerà nelle competenze dell'agenzia delle dogane che a sua volta avrà 40 giorni per cedere temporaneamente l'imbarcazione ad un ente statale no profit. "Con questa notizia da oggi siamo ufficialmente senza lavoro".

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