Furia femminista per la festa degli uomini ideata da una donna

L’idea della consigliera FdI di Senigallia è stata subito bocciata dalla segretaria regionale Pd delle Marche. Cervelli fumanti...
di Lavinia Oreficivenerdì 8 agosto 2025
Furia femminista per la festa degli uomini ideata da una donna

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L’uomo, in senso lato, ha preso l’abitudine di celebrare chiunque e qualsiasi cosa dedicandogli una giornata del calendario, sensibilizzando così, con un tributo, il comune senso di civiltà. Ultima, ma non ultima, è la proposta dall’assessore ai servizi alla persona e alle Pari Opportunità, di Senigallia, Cinzia Petetta(Fratelli d'Italia), per istituire la festa dell’uomo, in segno di gratitudine per chi ha fatto di sé stesso un modello positivo. Detto e fatta, la polemica. L’idea è stata immediatamente bocciata dalla segretaria regionale Pd delle Marche e consigliera comunale, Chantal Bomprezzi, che ha tagliato corto: «Altro che festa dell’uomo, c’è tanto lavoro ancora da fare su certe tematiche».

Evidentemente non tutte le opportunità sono uguali, dividendo i celebrati tra serie A e serie B, come dimostra il nuovo scontro. Ma che ci si deve inventare per due righe in cronaca? E pensare che dal 1992 la data del 19 novembre è già intitolata alla festa internazionale degli uomini, riconosciuta ufficialmente in 50 paesi, ma non dalle Nazioni Unite. L’assessore Petetta vorrebbe unirsi al gruppo e celebrare ufficialmente la ricorrenza quel giorno nel segno delle pari opportunità, per gli uomini e per le donne, queste ultime sì che hanno nell’8 marzo la giornata dedicata a loro, riconosciuta dall’ONU. Alle critiche della consigliera Pd si è accodato tutto un elenco di sigle para-sindacali-post-femministe-filo-sinistre di associazioni che gravitano nell’orbita del dissenso sempre e comunque.

In quest’ottica è facile criticare le idee altrui quando negli annali delle proprie, per la Bomprezzi, rimane un’unica grande traccia. Anno 2023. Nell’ambito dell’iniziativa organizzata dall’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, l’esponente del PD si fece promotrice sui social della ‘pasta antifascista’, di cui correva l’ottantesimo anniversario. In pratica una pasta in bianco con storia; quella dei fratelli Cervi che, il 25 luglio 1943, distribuirono alla popolazione di Campegine un piatto sociale per festeggiare la caduta di Mussolini. Questo procuró alla Bomprezzi uno spiacevole attacco sui social. Pesante. Pare sia il prezzo pubblico da pagare per chi esprime pubblicamente le proprie idee, sia che queste siano intelligenti, stupide, utili o inutili. È il prezzo della moderna democrazia che produce la comunicazione. Adesso è il turno della Petetta.

Lo scontro su polemiche più o meno grandi, dettate dalle diverse sfumature del pensiero politico ci sta, purché sia sempre ricondotto in termini per lo meno civili. Ma che senso ha condannare a priori un’iniziativa senza colore, buona a 360 gradi e per tutte le stagioni, come la festa dell’uomo? C’è il rischio di scadere nella banalità dello scontro politico per piantare una bandierina e segnare il campo: il tributo all’uomo-padre-figlio-marito-fratello-amico è di destra, la violenza sulle donne di sinistra. Si parla tanto di parità uomo -donna, ma al momento vinciamo noi 3 a 1: festa della mamma, festa della nonna, giornata anti -violenza. Ai poveri uomini rimane la festa del papà e a chi non è neanche quello, niente.

D’altronde nel nome dell’inclusività non si guarda in faccia nessuno, nemmeno distrattamente il dizionario. Ne ha fatto un manifesto il Canada in piena cultura woke, con il suo ex premier Justin Trudeau che, nel 2018, è riuscito perfino a riscrivere la parola umanità, in inglese ‘mankind’, considerata politicamente scorretta. La sua colpa stava nel fatto che quel prefisso ‘man’ significa uomo e, quindi, andava sostituito con un più appropriato ‘people’, gente, considerato di genere neutro,e precursore dell’umanità secondo Trudeau. Quindi ‘peoplekind’! Per fortuna il nuovo vocabolario non è sopravvissuto al suo mandato, terminato con le dimissioni a marzo del 2025. A questo punto la priorità, anziché quale data dedicare a chi o a cosa, sembra essere diventata intercettare le idee dei pensatori inutili, colpirle e affondarle prima di essere sommersi dalla banalità.