Un’ auto sulle scale di Trinità dei Monti È l’ennesima: "Colpa del navigatore"

di Luca Puccinivenerdì 15 agosto 2025
Un’ auto sulle scale di Trinità dei Monti È l’ennesima: "Colpa del navigatore"

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Non è la prima volta (anzi, negli ultimi anni è almeno la quarta), ma che sia un fattore di rischio per la viabilità romana, ecco, quello è indubbio. La città eterna, il suo centro del centro, piazza di Spagna, Trinità dei Monti, con la scalinata iconica, un po’ Audrey Hepburn e Gregory Peck, un po’ Donna sotto le stelle, un po’ fascino indiscusso certificato patrimonio dell’Unesco. Non proprio un passo carrabile, però. Eppure ci sono macchine che s’infilano lì. Iniziano a scendere i gradini (qualcuna li rovina) e a metà rimangono incagliate, tra un turista che guarda esterrefatto e un pizzardone che chiama i colleghi di rinforzo. Colpa dei navigatori, spesso.

È successo, domenica scorsa, a un ragazzo italiano di 28 anni. Che uno, d’accordo, se lo chiede: ma come, non sei neanche straniero, possibile che non lo sapevi? È che magari neanche ci fai caso. Lui, per esempio, era seduto al volante della sua jeep 4x4 Renegade rossa, seguiva pedissequamente le indicazioni del gps e provateci voi. Magari non è la tua città, devi stare attento a tutto (anzitutto ai pedoni), la vocina registrata ti dice “svolta a sinistra”: hai tre secondi per decidere, sei abituato a fidarti perché (benedetta tecnologia) oramai ci affidiamo tutti in tutto e per tutto a qualsiasi cosa sia digitale, inizia a essere buio e al colpo d’occhio non realizzi che sei in cima a una scalinata. È un attimo. Per la Renegade lo è stato: il mezzo ha percorso i primi tre dei 136 gradini poi, tra le comitive con gli occhi sgranati e i vigili del presidio fisso che si sono guardati negli occhi come a dire “ariecchice, ci risiamo”, ha ingranato la retromarcia. Il 28enne ha provato a dileguarsi ma c’è stato poco da fare: la sua jeep è stata per diversi minuti sotto l’attenzione di tutti, agli agenti della locale è bastato controllare il numero di targa ed è stato rintracciato.

«Mi sono confuso seguendo il navigatore», ha detto, «volevo imboccare la discesa di via Gregoriana ma il gps mi ha portato sulla scalinata a sono finito giù. Mi spiace, non volevo». Nessuna intenzione, certo, e fortunatamente anche nessun ferito, ma poteva andare molto peggio e, a ogni modo, gli esperti della Sovrintendenza stanno analizzando i marmi per capire se si sono registrati danni (nel frattempo l’autista s’è beccato una multa da 400 euro). Tuttavia il problema rimane perché, l’abbiamo già scritto, è solo l’ultimo di una lunga sfilza (due mesi fa, era metà giugno, un signore di 81 anni ha imboccato per sbaglio, con una Mercedes Classe A, la rampa di Trinità dei Monti; nel maggio del 2022 un imprenditore 40enne ha sbeccato un gradino scendendola a bordo della sua Maserati; nel dicembre del 2018 un giovane di 27 anni, che poi è risultato positivo all’alcol test, ha perso il controllo della propria macchina ancora in quel preciso punto; mentre undici anni prima, del 2007, un 24enne italo-colombiano si è ritrovato sui gradini della scalinata a bordo della sua Toyota Celica: per farlo scendere alcuni Marines americani, che erano in licenza nella capitale, hanno provato a spingere l’auto ancora più sotto col risultato che si è bloccata ancora di più). Per questo il dipartimento alla Mobilità del Campidoglio, nelle prossime settimane, dovrebbe impegnare i propri tecnici sulle verifiche delle rotte dei principali “travel planner” (da Google a Waze, per intenderci), con lo scopo di valutare la possibilità di installare barriere e ostacoli più evidenti all’inizio della scalinata in modo da segnalare con maggiore chiarezza che sì, anche i navigatori possono sbagliare e che no, passare di lì su una macchina non è un’opzione percorribile.