A fine maggio era stata battezzata “piazza Palestina”, l’area centrale di piazza Castello, occupata dalle tende di un gruppetto di manifestanti contro la guerra a Gaza. Poi è stata la volta del Caval de’ Bronz, di piazza San Carlo, su cui è stata posta una bandiera palestinese, rimossa dopo alcuni giorni dai vigili del fuoco. Infine la centralissima Piazza San Carlo. Una gigantesca bandiera palestinese srotolata per protestare contro la guerra di Israele. Torino è insomma l’epicentro dei movimenti pro-Pal che imperversano in Italia dal 7 ottobre 2023. La denuncia arriva dall’europarlamentare di Fdi e consigliere comunale, Giovanni Crosetto. «Piazza Carlo Alberto che è uno dei luoghi simbolo di Torino, patrimonio storico e culturale di tutta Italia è inaccettabile che venga trasformata in un accampamento permanente, con tende, striscioni e scritte di chiaro stampo politico e, in alcuni casi, dal contenuto esplicitamente antisemita» ha dichiarato il capogruppo di Fdi nel consiglio comunale del capoluogo piemontese. «Tra queste frasi» ha aggiunto Crosetto, «spicca il tristemente noto slogan “From the river...”, una citazione che, nella sua interezza, viene utilizzata a livello internazionale per invocare la cancellazione dello Stato di Israele. In un momento così delicato sul piano internazionale, consentire la diffusione di simili messaggi d’odio non è solo grave, ma è una ferita alla storia ed ai valori democratici della nostra città».
«Non si tratta di essere pro o contro Israele o Palestina: si tratta di essere pro Torino, di difendere la dignità ed il decoro della nostra città» ha sottolineato Crosetto. Perché «Torino non può essere deturpata e strumentalizzata con messaggi e scenari che alimentano divisioni, odio e antisemitismo. Chiediamo all’amministrazione comunale di intervenire immediatamente per ripristinare il decoro di una delle piazze più belle e importanti d’Italia e per impedire che simili situazioni si ripetano. Il rispetto della libertà di espressione non può e non deve mai sconfinare nell’istigazione all’odio» ha concluso. Ma non è solo Torino al centro della bufera. Perché a Ferragosto, in Sardegna, è andato in scena un altro episodio dal sapore marcatamente antisemita. Sulla spiaggia di Su Giudeu, località Chia, nel comune di Domus De Maria, una quarantina di chilometri da Cagliari, è comparso un cartello destinato ai turisti. La scritta, in doppia lingua, ebreo e inglese, recita: «I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge».
Non mancano gli hashtag #stopgenocide e #freepalestine, con tanto dell’immagine di un’anguria. Nel cartello anche un’immagine di come dovrebbe essere (ad avviso degli autori) la Palestina, con la cancellazione di Israele. Il gesto non è stato rivendicato. In zona è già stato definito «cartello della vergogna». Il sindaco di Domus De Maria, Maria Concetta Spada, ha fatto sapere di aver «proceduto con la rimozione» perché «non erano autorizzati» ed c’era anche «una questione di ordine pubblico».Sono stati tanti i commenti di sardi indignati. Alcuni titolari di chioschi lungo le spiagge della zona hanno riferito di essere stati contattati per le affissioni ma di aver negato il consenso. «Gli anonimi eredi dei nazifascisti e attuali sostenitori degli jihadisti islamici, autori di questo cartellone, dovrebbero firmare un manifesto con i loro nomi, affinché vengano aggiunti ai firmatari del manifesto della razza fascista degli anni Trenta», si legge in un post che Mario Carboni, presidente dell’associazione Chenabura–Sardos Pro Israele, ha pubblicato sui suoi profili social, denunciando per primo l’affissione del cartello. Ferragosto antisionista anche in Versilia. Bandiere della pace, ma anche della Palestina, sono sventolate sui pennoni di diversi stabilimenti balneari della regione per chiedere la fine del conflitto nella Striscia. Lo ha scritto su Facebook Lorenzo Tosi, titolare del bagno La Risacca a Lido di Camaiore. «Buon Ferragosto, con un messaggio di pace e speranza: che si smettano di uccidere civili e bambini nella striscia di Gaza!» Oggi, «bisogna lanciare un messaggio per mostrarci vicini a chi soffre e contrari a un genocidio che non è accettabile». All’appello, ha detto Tosi, hanno aderito circa 20 bagni.