Se qui a Libero ci facessimo prendere dal gusto dell’orrido, ci si potrebbe perfino divertire con lo spettacolino politico andato in scena ieri dopo il sacrosanto sgombero del Leoncavallo.
Ecco il superblob della giornata: le cosiddette “mamme antifasciste” imbizzarrite, un Majorino infuriato che sbraita a casaccio, il sindaco Sala che ci rende partecipi del suo “stupore”, quelli di Avs a lutto stretto, l’incredibile Magi che dà a Salvini del “boia”, più una Ilaria Salis che piagnucola e chiede “rispetto”. Puro varietà, cabaret politico, intrattenimento leggero, purtroppo di scarsa qualità.
Tra l’altro, come sempre la Salis si rivela una bussola infallibile e un punto di riferimento prezioso: per trovare la linea giusta è infatti sufficiente orientarsi in direzione opposta alla sua. Chiede “rispetto” l’euro-onorevole. Ma “rispetto” per cosa, ci domandiamo? Trent’anni di occupazione abusiva di un immobile, oltre 3 milioni di euro di multa che il Viminale (cioè noi, i contribuenti italiani) dovrà pagare alla proprietà del locale, e uno sgombero che è avvenuto dopo oltre centotrenta richieste (purtroppo vane) di liberare l’immobile.
E allora ecco la novità. Il governo e il ministro Piantedosi non hanno solo fatto bene: hanno fatto benissimo a procedere allo sgombero. E da queste parti auspichiamo che la giornata di ieri sia l’inizio di una nuova fase, starei per dire di una “nuova normalità” in cui gli occupanti abusivi di immobili (perla precisione: di qualunque tipo di immobile) debbano sapere che il tempo delle loro azioni illegali sta scadendo.
Primo: è stato ottimo l’aver inserito nel decreto sicurezza una norma che facilita lo sgombero delle prime case abusivamente occupate. Secondo: è auspicabile che la norma per gli sgomberi-sprint venga estesa a ogni altro immobile. Terzo: su un altro piano, com’è accaduto ieri a Milano, è altamente desiderabile che si proceda con un piano accelerato di sgomberi ovunque l’illegalità sia ormai accertata, a maggior ragione in presenza di pronunce giudiziarie che già impongano il rilascio di un locale. E in questo senso c’è da sperare che in tutta Italia, anche con la collaborazione e l’impulso di questure e prefetture, si proceda a ritmi sicuri e accelerati. Per troppi anni, in passato, anche davanti a situazioni indifendibili, sono scattate proroghe, sono stati diluiti e dilatati i tempi di intervento, o si è addirittura girata la testa dall’altra parte.
Sempre in nome di “esigenze sociali” messe a carico del proprietario dell’immobile occupato (pubblico o privato, non importa), con legalità e stato di diritto sistematicamente calpestati, e un oggettivo “premio” garantito ai più prepotenti. Il governo ha scelto di voltare radicalmente pagina? Molto bene. Prosegua, e riceverà solo applausi da parte della stragrande maggioranza degli italiani. Quanto alla sinistra in crisi isterica, a coprirsi di ridicolo sta provvedendo da sé.