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La “santona” di Trevignano a processo per truffa

martedì 2 settembre 2025
La “santona” di Trevignano a processo per truffa

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Dopo mesi di indagini e dibattiti, la procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio per la santona di Trevignano, Gisella Cardia, e del marito Gianni: le lacrime di sangue sulla statua della Madonna con cui la santona era riuscita a strappare ai fedeli migliaia di euro in donazioni (in un caso addirittura 123mila) non erano miracolose, ma portano il suo materiale genetico. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, la santona di Trevignano Romano, il cui vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, aveva costruito insieme al compagno di vita un complesso sistema di «artifizi, raggiri» e inganni per attirare fedeli e ottenere donazioni.

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La ormai celebre statua della Madonna piangente lacrime di sangue aveva immediatamente messo in moto non solo un giro di elargizioni ma anche sospetti e teorie. Chi fin da subito aveva ipotizzato l’utilizzo di sangue animale, in particolare suino, si è visto poi confermati i sospetti dopo le analisi del genetista Emiliano Giardina, secondo cui il materiale ematico non sarebbe appunto frutto di intervento divino bensì sarebbe della stessa santona. Per gli avvocati della coppia la richiesta di rinvio a giudizio era già data per assodata: «Non siamo sorpresi, ma l’indagine si è svolta in un clima di evidente pregiudizio», hanno detto a Fanpage. «Surante il processo che si potrà finalmente instaurare un reale contraddittorio tra le parti, davanti a un giudice terzo. Affrontiamo questa fase con serenità e fiducia nella giustizia».

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