La scena muta va bene per i pesci in un acquario: non a scuola, e di certo non il giorno in cui si sostiene l’esame di maturità, prima vera prova per tanti ragazzi alla fine di un percorso di studi superiori e di una nuova fase della vita. Lo sappiano quei liceali in lotta con il “sistema” che a luglio hanno deciso di tenere la bocca chiusa davanti ai professori «in segno di protesta» contro le modalità dell’esame e la legittimità dell’attribuzione del voto. «Rifiutiamo una scuola incentrata solo sui voti, come se fossero solo i voti a doverci rappresentare», sono le loro motivazioni, «una scuola sempre più alienante, cieca ai bisogni degli studenti, con un’impostazione quasi ossessiva sul risultato, che ha perso di vista l’obiettivo di farci crescere». Costoro dal 2026 saranno bocciati senza possibilità di appello e costretti a ripetere l’anno: così prevede, infatti, la riforma dell’esame di maturità licenziata ieri dal Consiglio dei ministri. Una riforma che cambia dal nome: esame di maturità e non più esame di Stato e soprattutto dalla prova orale, introducendo quattro materie (decise a gennaio con decreto ministeriale) da portare all’interrogazione di fronte alla commissione esaminatrice e fa scomparire la discussione sul documento che aveva sollevato molte perplessità e molta ansia anche negli studenti.
Quindi, secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, «l’orale diventa più serio e più sereno». Un vero esame di maturità, come il test si chiamava in origine prima di diventare “esame di Stato”. L’obiettivo, rimarca il titolare della scuola, «è valutare la crescita complessiva dello studente, il suo grado di autonomia e responsabilità. Ecco perché rivediamo l’orale, che dal prossimo anno tutti gli studenti dovranno regolarmente sostenere per poter essere promossi: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato». La seconda novità prevede che sia dato «valore alle azioni particolarmente meritevoli che denotano responsabilità e impegno del candidato», perché l’obiettivo, spiega il titolare di viale Trastevere, «è ridare centralità alla persona dello studente». Il dl approvato in Cdm prevede anche lo stanziamento di 240 milioni una tantum per il contratto della scuola, per riconoscere ulteriormente il lavoro di tutto il personale scolastico. Fondamentale, secondo Valditara, anche la trasformazione dei Pcto (acronimo criptico che sta per “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”), in formazione scuola-lavoro. Un cambio di denominazione che vuole evidenziare la stretta relazione che deve esservi tra formazione scolastica e mondo del lavoro, e il passaggio del modello del 4+2 da sperimentale a ordinamentale.
In accordo con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il dl Scuola ha inoltre deciso che le gite scolastiche devono avvenire con una sicurezza sempre maggiore, per questo i servizi di trasporto per le uscite didattiche e i viaggi di istruzione devono essere più nuovi ed efficienti, con una particolare attenzione ai bus e ai mezzi connessi alla partecipazione alle gite da parte dei ragazzi con disabilità. La nuova maturità punta, inoltre, a valorizzare la capacità argomentativa e la maturazione personale degli studenti a 360 gradi. Le prove scritte restano due, mentre il colloquio verterà sulle quattro discipline principali dei percorsi di studi e sarà integrato da una valutazione del percorso formativo complessivo, che terrà conto anche dell’educazione civica e della formazione scuola-lavoro. Particolare attenzione sarà dedicata al ruolo dei commissari, ai quali verrà assicurata una formazione specifica.
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"Guerra a Valditara": è l'urlo di battaglia del KSA Torino, il Kollettivo Autonomo Studentesco che ...La commissione, nell’assegnare il punteggio finale al candidato, potrà anche integrare «motivatamente» la valutazione con un massimo di tre punti per chi raggiunge un massimo di 97 punti, così come avviene all’esame di laurea. Novità anche per quanto avviene nel corso dell’anno scolastico: gli studenti che vorranno cambiare indirizzo dovranno superare un esame integrativo prima dell’avvio delle attività didattiche, mentre nel primo biennio potranno beneficiare di interventi mirati di sostegno. Tra le altre misure nel decreto, l’elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, per gli studenti che riportano almeno sei in condotta, sarà oggetto di integrazione dello scrutinio finale. Un altro elemento innovativo riguarda il curriculum dello studente, allegato al diploma finale, che offrirà una rappresentazione organica del percorso formativo e delle esperienze significative maturate.