A metter tanti galli in un pollaio si rischia di alimentare la zuffa. La Global Sumud Flotilla non ha ancora levato le ancore da Catania che è già partito un circo della serie “tu sì, tu no”. Con inevitabili polemiche che rimbalzano sui social. L’ultimo battibecco è tra Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza e Claudio Locatelli, che sul suo profilo di definisce “giornalista combattente”. A seguire i video su FB si intuisce una certa tensione. Locatelli non è nuovo ad iniziative in aree di conflitto (Siria) e così visto che il “dialogo” con gli organizzatori non riusciva a concretizzarsi ha deciso di mettere in piedi un “vascello stampa” per conto suo per dare una copertura mediatica «indipendente» alla missione della Flotilla. Ma l’iniziativa di Locatelli non è stata ben digerita dai responsabili ufficiali del “Comitato direttivo” (come si definiscono) che lo diffidano dall’utilizzare qualsiasi accostamento con la Flotilla. Ieri da Livorno “il giornalista combattente”, ha deciso comunque di partire alla volta di Gaza. O meglio: per contribuire a rompere l’assedio israeliano. L’intento è superare simbolicamente l’assedio sull’informazione da parte di Israele, che impedisce l’accesso della stampa internazionale a Gaza. E «ricordare i 247 giornalisti morti ammazzati dall’esercito israeliano a Gaza dal 7 ottobre 2023».
«Questa barca», scandisce Locatelli parlando con Livorno Today, «è dedicata a ognuno di loro e ha ottenuto poco fa anche il supporto ufficiale della European Federation of Journalists (Efj)». Non a caso l’imbarcazione è stata «chiamata “Vik Tekoser”, in memoria di due grandi italiani: il giornalista e attivista Vittorio Arrigoni detto Vik e il partigiano Lorenzo Orso Orsetti, nome di battaglia Tekoser, morto ammazzato combattendo al fianco della milizia curda nella guerra civile siriana». A bordo ci saranno un comandante e il suo vice, e alcuni colleghi provenienti da Spagna, Belgio, Slovenia e Germania. «Per finanziare questo progetto», sottolinea fiero Locatelli che sembra voler ribattere così alla portavoce Delia, «ho investito il 50% di quanto ho sul conto corrente». Ma l’iniziativa- lanciata da Locatelli - non è stata digerita da Maria Elena Delia e compagni. Di più. Con un post il Direttivo precisa: «Le uniche due barche autorizzate», puntualizza, «non strettamente facenti parte della Global Sumud Flotilla, sono quelle di Emergency con il vascello di ricerca e soccorso, e della Freedom Flotilla Irlanda, che accompagnerà la flotta con un team di osservatori legali». Dettaglio non trascurabile. Probabilmente i 500 attivisti- consapevoli che tentare di forzare il blocco comporterà anche una reazione “legale” da parte di Israele - è riuscita a raggruppare una schiera di avvocati italiani che hanno dato la disponibilità per assistere gli attivisti.
C’è da capire il motivo del contendere tra la Flotilla “ufficiale” e la barchetta attrezzata come Vascello stampa da Locatelli. I rapporti non appaiono proprio distesi: «Altre imbarcazioni, come il vascello stampa, non sono mai state autorizzate né a unirsi né a raccogliere fondi a nome della Global Sumud Flotilla. Come già annunciato, il Global Movement to Gaza ribadisce che le notizie ufficiali sulla missione verranno fornite esclusivamente tramite interviste alla portavoce, comunicati stampa, canali social ufficiali e dichiarazioni degli attivisti autorizzati in precedenza dal Comitato direttivo». Un ingabbiamento della comunicazione che non deve essere stato gradito da Locatelli. In un video postato sui social ribatte che «non ha mai partecipati a missioni da giornalista “embedded” al seguito delle forze armate».
Flotilla, colletta milionaria per comprare le barche
Alle spalle finanziarie della missione mediatica c’è anche una colletta internazionale (che a fine agosto a...In attesa di vedere come andrà a finire la partenza della Global dovrebbe prendere il mare domenica. «Ma ma per problemi organizzativi non hanno ancora spiegato le vele», spiega all’Adnkronos Luca Poggi, responsabile logistico delle imbarcazioni, che spiega di stare aspettando «che arrivino le altre navi dalla Spagna e dalla Tunisia. Siamo una flotilla quindi è essenziale andare tutti insieme, ma le barche sono già in mare, pronte a raggiungerci». La notizia di ieri è che Greta Thunberg ha perso il cappello a forma di rana comprato in Tunisia: «Aiutatemi a ritrovarlo, fa parte della mia identità ormai», dice con un post su X.