Attimi di terrore ieri all’aeroporto di Linate dove intorno alle 10.30 un uomo di origine tunisina di 30 anni ha scavalcato la recinzione dello scalo ed è entrato nell’area vicina alla pista di decollo e atterraggio degli aerei. La comunicazione di quanto stava accadendo è stata fornita ai passeggeri di un volo in arrivo da Roma che da lì a breve sarebbe dovuto atterrare, ma che a causa dell’intrusione del 30enne ha dovuto attendere qualche minuto prima di procedere con l’operazione di discesa.
Una volta raggiunta la pista, l’uomo si è infatti sdraiato sull’asfalto proprio mentre l’aereo stava atterrando, costringendo il pilota a evitarlo e ad avvertire immediatamente la torre di controllo. A quanto s’apprende da fonti aeroportuali, non vi sono stati problemi per l’attività dell’aeroporto in quanto le operazioni sono state sospese per soli cinque minuti. L’uomo, che non aveva documenti con sé, è stato preso in consegna dagli agenti della polaria e assistito dai sanitari dell’Areu 118 non ha opposto resistenza. Successivamente è stato trasportato al pronto soccorso del Fatebenefratelli di Milano. L’efficienza e il tempismo di Sea (che gestisce lo scalo milanese) e della Polaria hanno permesso che si evitasse una vera e propria tragedia. Il perimetro aeroportuale misura 12 km ed è tutto recintato. All’interno dello spazio sono collocate numerose telecamere e diversi sensori anti-transito che sono collegati direttamente alla sala operativa e ciò ha permesso agli uomini della security di intervenire nel giro di un paio di minuti e bloccare l’uomo.
Un intervento che si è dimostrato fondamentale visti anche i precedenti. Bisogna tornare allo scorso 8 luglio quando a Orio al Serio, un giovane uomo ha perso la vita dopo aver eluso le misure di sicurezza riuscendo a raggiungere la pista di atterraggio. L’aereo era pronto al decollo, con i motori accesi quando il poveretto ha deciso di gettarsi all’interno di una turbina.
A Malpensa, invece, lo scorso 20 agosto un uomo dopo aver dato in escandescenza aveva distrutto e dato fuoco a un cestino della spazzatura ai banchi del check-in. Ma non ci sono solo persone che compiono colpi di testa. In passato abbiamo visto irruzioni premeditate anche da parte di alcuni manifestanti. Lo scorso gennaio gli “Attivisti per il Kurdistan” con cartelloni, bandiere della Ypg e megafoni avevano invaso una parte dell’aeroporto di Milano Malpensa per protestare davanti al check-in della compagnia Turkish Airlines. Il sit-in, non autorizzato, aveva come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle politiche di repressione del governo turco contro la popolazione curda.
Un’azione simile era avvenuta anche a marzo 2024 quando tre donne e due uomini anarchici facenti parte del gruppo No Cpr si erano recati all’aeroporto di Malpensa per impedire il rimpatrio di un cittadino del Marocco dal centro di Gradisca d’Isonzo, trovato senza documenti a Bergamo. Il gruppo aveva impedito per un’ora la partenza dell’aereo.
Aeroporto di Malpensa Prime bloccato anche nel 2023 quando gli attivisti di Ultima Generazione Extinction Rebellion e Scientist Rebellion avevano fatto irruzione per dire “basta ai jet privati”. Nel 2021, invece, gli ambientalisti avevano bloccato Linate Prime con la stessa motivazione. In quell’occasione si erano incatenati per impedire l’ingresso delle auto e avevano persino azionato l’allarme antincendio. Undici di loro erano finiti in questura. Gli attivisti erano riusciti ad arrivare in pista attraverso una porta d’emergenza e da lì al piazzale dell’area di sosta per bloccare il volo.
L’episodio accaduto ieri mattina all’aeroporto di Linate,«dove un uomo ha scavalcato la recinzione ed è riuscito ad arrivare fino alla pista, ha giustamente destato preoccupazione», spiega a Libero, Massimiliano Pirola, segretario provinciale del SAP di Milano. «È doveroso sottolineare che i sistemi di sicurezza aeroportuali hanno funzionato e che l’intervento della Polizia ha consentito di bloccare il soggetto nel giro di pochissimi minuti, evitando conseguenze ben più gravi», aggiunge Pirola per cui resta «però il fatto che episodi di questo genere devono far riflettere sul tema più ampio della sicurezza e della presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio». Per Pirola, «se fosse stato presente un maggior numero di operatori di Polizia, l’uomo sarebbe stato probabilmente fermato ancora prima di raggiungere la pista. Non si tratta di una critica alla gestione dell’aeroporto – che anzi ha dimostrato di avere procedure di sicurezza efficienti – ma di un richiamo forte alla necessità di rafforzare la presenza delle Forze dell’Ordine. La sicurezza dei cittadini e dei viaggiatori deve restare una priorità assoluta».