Dieci minuti per sopravvivere. Un arco temporale irrisorio, che però alla luce di un possibile attacco nucleare potrebbe determinare la nostra vita o la morte. Si tratta proprio di quei primi istanti, quelli che seguono il lampo accecante e il boato che spazza via tutto. Il primo errore da evitare è restare inermi a guardare, come i cervi quando attraversano una strada di campagna e finiscono travolti da un auto in corsa. "Appena vedete il flash – spiegano gli esperti – non esiste la curiosità. Coprite gli occhi, sdraiatevi, cercate un riparo solido". Dunque, nascondersi all'interno di un bunker, costruito con pareti spesse, cemento e mattoni. Meglio se privo di finestre.
Attenzione però alla polvere radioattiva, considerato il vero nemico invisibile di un attacco nucleare. La finestra, perciò, diventa essenziale. Bisogna chiudersi dentro, sigillare porte e fessure, spegnere la ventilazione. Una cantina, il corridoio di un edificio, persino un bagno senza finestre diventano rifugi improvvisati. Ma non finisce qui. Sarebbe opportuno preparare in anticipo un kit d'emergenza: acqua, radio, batterie, nastro adesivo, torcia, cibo in scatola.
Russia, "missili ipersonici Kinzhal puntati sul Tallin": i 12 minuti di terrore
Dopo i droni sui cieli della Polonia, i Mig-31 russi che entrano nello spazio aereo della Lituania. E un tam tam che ter...Infine, la cosa più difficile da mettere in pratica: la gestione della paura. Correre fuori appena dopo l’esplosione è l’istinto più naturale, ma anche il più sbagliato. Bisogna resistere: restare al chiuso almeno 24 ore, fino a nuove istruzioni. "Sapere cosa fare nei primi dieci minuti è la miglior arma di difesa che abbiamo", raccomandano ancora gli esperti.