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Garlasco, Massimo Lovati si gioca il jolly: "Quei soldi per le marche da bollo"

di Roberto Tortoramartedì 30 settembre 2025
Garlasco, Massimo Lovati si gioca il jolly: "Quei soldi per le marche da bollo"

2' di lettura

Ora che il delitto di Garlasco ha aggiunto grovigli alla già intricata matassa, ecco che Massimo Lovati, uno dei legali di Andrea Sempio, risponde alle domande de La Stampa per provare a fare ancora chiarezza e punta tutto su quel pizzino, quell’appunto scritto dal padre del neo-indagato per l’omicidio di Chiara Poggi che ha tirato in ballo l’ex-procuratore di Pavia, Mario Venditti. Si legge sul foglio di carta: “Venditti gip archivia per 20-30 euro”. Dice Lovati: “I 20-30 euro dell'appunto del padre erano per le marche da bollo. Né il mio assistito né Stasi sono responsabili, dietro l'uccisione c'è un'organizzazione criminale”.

Lovati, poi, spiega: “La famiglia Sempio è abituata a conservare tutto. Biglietti di ogni specie: elettricista, idraulico, parcheggi. Mi rendo conto: è curioso che tengano anche un biglietto del genere dopo sette anni. Questo lo tenevano in un libro scritto dal collega Tizzoni, dal titolo Processo Garlasco. Diritto alla verità. È l'avvocato che difende la famiglia Poggi. Il biglietto era infilato come segnalibro”. Per la procura di Pavia, invece, sarebbe la prova di un tentativo di corruzione del giudice che poteva archiviare la posizione di Sempio.

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Lovati, da par suo, non ci sta: “C'è una capziosità evidente, da parte dei signori della procura di Brescia. Parlano di 20 o 30 mila euro, ma non è quello che c'è scritto. C'è scritto 20 o 30 euro: è la cifra che serve per ottenere copia dell'atto di archiviazione. È un preventivo di spesa. Ma se uno forza la verità, come loro cercano di fare, allora tutto è possibile. Che poi, oltretutto, sarebbe una somma ridicola di fronte all'accusa di corruzione in atti giudiziari. E parliamo di Mario Venditti, un magistrato integerrimo. Uno dei migliori che abbia conosciuto nella mia carriera”.

Dalle intercettazioni, poi, emerge che i genitori di Sempio discutono su come ricavare contanti, facendo incassare assegni ad amici. Lovati chiarisce anche su questo: “Sono soldi presi per le spese legali. Uno può farseli prestare. C'erano tre avvocati da pagare. L'uso del contante non è vietato dalla legge. La famiglia Sempio stava mangiando il panettone il 24 dicembre del 2017, quando ha saputo dalla televisione. È chiaro che una famiglia si mobilita e va a cercare avvocati e consulenti. Appena ho avuto a disposizione gli atti, ho tranquillizzato Andrea e i suoi genitori. Era un'indagine vuota. Priva di contenuti. L'archiviazione sarebbe stata certa.

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