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Per un giorno di sciopero un miliardo di euro in fumo

di Michele Zaccardisabato 4 ottobre 2025
Per un giorno di sciopero un miliardo di euro in fumo

(Ansa)

3' di lettura

«Chi restituisce la giornata di lavoro al milione di italiani che oggi non potranno prendere il treno per uno Sciopero dichiarato illegittimo? Ecco, lo organizza Landini e lo paghi Landini». È Matteo Salvini, in mattinata, a lanciare la provocazione. Ma il tema c'è: quanto ci costano gli scioperi che, da quando a Palazzo Chigi siede Giorgia Meloni, i sindacati organizzano a ritmo continuo? Proteste indette peraltro spesso e volentieri per motivi che esulano dalla tutela dei diritti dei lavoratori, la ratio che sta dietro il diritto di sciopero. Perché, per esempio, quello di ieri che ha paralizzato l'Italia è stato proclamato per solidarizzare con la Palestina e protestare contro la politica di Israele. Insomma, la domanda torna: quanto ci costano protestare che hanno come (quasi) unico obiettivo colpire il governo Meloni? A fare i calcoli ci ha pensato il centro studi di Conflavoro. Ebbene, secondo la Confederazione nazionale delle piccole e medie imprese il conto è salatissimo: 5,5 miliardi di euro all'anno. Per arrivare alla cifra, il centro studi dell'associazione è partita calcolando in 1.129 le proteste che (in media) ogni anno interessano l'Italia, ovvero la bellezza di 3,1 al giorno.

Circa 130 milioni sono il conto presentato da scuole chiuse e pubblica amministrazione ferma. «Siamo il Paese che sciopera di più al mondo e le conseguenze sono ormai un problema strutturale» dichiara il presidente di Conflavoro Roberto Capobianco, che stima i costi economici delle oltre mille agitazioni sindacali in 5,5 miliardi di euro, con una perdita di produttività tra 1,8 e 2,4 miliardi perle nostre imprese e un mancato gettito fiscale e contributivo per lo Stato che oscilla tra i 580 e gli 810 milioni di euro. «Non è più tollerabile ea rimetterci sono le imprese e gli stessi lavoratori che i sindacati dicono di voler tutelare» aggiunge Capobianco. Anche perché ogni settore bloccato produce ritardi, inefficienze e costi nascosti che si estendono anche ad altri comparti, incidendo sulla competitività delle imprese e sul benessere delle famiglie.

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L'analisi del Centro Studi di Conflavoro evidenzia come l'impatto degli scioperi sul Pil italiano sia stimato tra lo 0,15% e lo 0,25% annuo, con perdite che si propagano attraverso l'intera catena del valore. Le perdite salariali dirette nel settore dei trasporti ammontano a circa 180-220 milioni di euro annui, ma i costi indiretti superano di 3-5 volte quelli diretti, con un aggravio sui costi logistici di 400-600 milioni di euro l'anno e un danno reputazionale al sistema-Paese stimato in 300-500 milioni di euro. Entrando nel dettaglio, il settore dei trasporti pubblici è il più colpito, visto che è interessato dal 40% degli scioperi totali, con danni indiretti che si attestano tra gli 800 milioni e gli 1,2 miliardi. Il settore sanitario è tra i più esposti: in una sola giornata di sciopero possono saltare oltre 1,2 milioni di prestazioni, tra cui circa 15mila interventi chirurgici e 100mila visite specialistiche. Conflavoro stima che le perdite indirette oscillano tra i 400 ei 650 milioni di euro. Ma i danni non sono solo economici. Perché rimandare un intervento oncologico o interrompere una terapia significa peggiorare la prognosi del paziente, allungare i tempi di recupero e aumentare i costi futuri del sistema sanitario. Senza contare che rinviare una visita magari di alcuni mesi ritarda la diagnosi e costringe le persone a tollerare fastidi e dolori più a lungo.

Per quanto riguarda l'istruzione, invece, oltre ai disagi per i genitori costretti a prendersi i permessi per accudire i figli a casa da scuola, il costo stimato è di 350-500 milioni di euro annui. Ma non sono solo imprese e famiglie a rimetterci: lo sciopero costa caro anche allo Stato. Le perdite di gettito per le casse pubbliche sono significative: tra 280-380 milioni di euro in mancati contributi sociali (versati a Inps e Inail) e 180-250 milioni di euro in mancata Irpef, a cui si aggiungono ulteriori 120-180 milioni di euro da altre imposte indirette. «La frammentazione sindacale è la causa degli oltre 1.600 scioperi proclamati ogni anno, trasformando un diritto in un disservizio cronico» sottolinea il presidente di Conflavoro.

«Questo fenomeno» concludono «agisce da moltiplicatore negativo sui costi strutturali, bloccando il sistema economico con danni miliardari. Il diritto allo sciopero è sacro, ma in Italia è spesso ostaggio di sindacati che, facendo politica, lo strumentalizzano. È tempo che la politica avvii riforme strutturali per la rappresentanza sindacale, potenzi le procedure di conciliazione e rafforzi la Commissione di Garanzia per monitorare e sanzionare le “astensioni mascherate”».

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