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Giorgia Meloni, lo sfregio dei Carc: premier a testa in giù

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venerdì 31 ottobre 2025
Giorgia Meloni, lo sfregio dei Carc: premier a testa in giù

2' di lettura

A Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, ieri sono comparsi manifesti con l’immagine della premier Giorgia Meloni a testa in giù, accompagnata dalla scritta “Governo italiano complice del genocidio. Servo degli Usa, della Ue e dei sionisti. Nemico dei lavoratori”.

L’immagine, come ricorda ilSecolo d'Italia, richiama esplicitamente l’esposizione del cadavere di Benito Mussolini a Piazzale Loreto, il 29 aprile 1945. I poster portano il simbolo del Partito dei CARC, i Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, un movimento extraparlamentare di ispirazione marxista-leninista-maoista nato all’inizio degli anni Novanta da una scissione del PCI-PdUP. Il gruppo si propone di organizzare il proletariato attraverso comitati popolari e promuove un forte internazionalismo, operando in modo pubblico e legale, senza ricorrere alla clandestinità o alla lotta armata, anche se in passato è finito al centro di procedimenti giudiziari per apologia di reato, vilipendio e episodi di violenza politica. Non è la prima volta che i CARC trasformano l'odio politico in immagini.

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Nel 2022 a Roma comparvero manifesti con Salvini e Draghi appesi a testa in giù, accusati di essere “complici del capitale”, che portarono a denunce per vilipendio. Nel 2019 a Napoli furono sequestrati poster con Mattarella e Conte definiti “servi della Nato”. Nel 2016, durante una manifestazione a Milano contro il Jobs Act, Meloni, allora deputata, fu raffigurata impiccata in un corteo dei CARC, con indagini poi archiviate come satira politica. Ancora prima, nel 2008 a Firenze, manifesti con Berlusconi a testa in giù firmati dal movimento portarono a una condanna per minaccia aggravata, poi ridotta in appello.Il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, del Partito Democratico, ha condannato duramente: “Una cosa sono le idee e il confronto democratico, un’altra l’uso di immagini squallide che evocano un passato buio della nostra storia. La violenza simbolica non è dissenso, è mancanza di rispetto e degrado culturale. Una vergogna”. Sono in corso indagini per vilipendio e istigazione all’odio.

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